Fatta eccezione per gli ultras, cui presa di posizione è condivisibile e del tutto rispettabile, è davvero incredibile il clima di freddezza che si respira in città. Tra fake news e destabilizzazione social c’è il rischio di allontanare ulteriormente le nuove generazioni.
La serie A non scalda il cuore dei tifosi della Salernitana. Sarà per le peripezie legate all’iscrizione, sarà per l’assenza di una società e per la paura di un clamoroso ribaltone il prossimo 31 dicembre, ma il successo della passata stagione sembra un ricordo sbiadito e lontano. Basti leggere i dati della prevendita: a due giorni dall’esordio ufficiale in coppa Italia contro la Reggina, appena 1900 persone hanno assicurato la propria presenza. I gruppi ultras, come noto, diserteranno in segno di protesta nei confronti delle restrizioni imposte dal Governo, con il Green Pass che non consentirà comunque di sventolare una bandiera o di tifare in curva come accadeva prima di questa maledetta pandemia. Un dato deve far riflettere: nel 2011, in serie D e senza segni distintivi, c’era tanta gente per Salerno Calcio-Internapoli.
Oggi, invece, si fa fatica a immaginare un Arechi da 4000 spettatori. Occorre davvero un salto di qualità a tutti i livelli per dimostrare di essere da massima serie e, chissà, per incentivare nuovi investitori. In attesa, ovviamente, che l’Italia segua l’esempio dell’Inghilterra e riapra per tutti. Ma è chiaro che molte persone (non gli ultras, sia chiaro) sembrano quasi rosicare per il grande traguardo raggiunto, la quarta promozione in 9 anni e mezzo di gestione Lotito-Mezzaroma e con Fabiani alla dirigenza. Pur di dire “l’avevo detto” qualcuno sperava in una mancata promozione. Ma il vero tifoso ha vissuto una estate diversa e non vede l’ora di godersi l’esordio a Bologna. Tutto il resto è chiacchiericcio virtuale di pochi destabilizzatori di professione che, non avendo più slogan da proporre, ora sminuiscono anche il possibile arrivo di Simy.
Redazione IotifoSalernitana