
Scelta giusta da parte del direttore sportivo? Ecco l’analisi di Tuttomercatoweb
A Salerno è iniziata ufficialmente l’era Nicola. Non sono bastati cinque punti in altrettante panchine a Stefano Colantuono per blindare la sua posizione in panchina ed evitare un esonero nell’aria da tempo e invocato da buona parte della piazza. All’oramai ex allenatore va riconosciuto il merito di aver accettato la proposta della Salernitana in un momento difficilissimo, con una squadra palesemente incompleta e senza una società alle spalle costretta, con un calendario di fuoco, a scendere in campo con le riserve delle riserve e qualche elemento della Primavera causa covid ed infortuni. Proprio ora che gli è stata consegnata una rosa numericamente valida e qualitativamente interessante, sarebbe stato forse giusto proseguire sulla strada della continuità; in fondo la Salernitana, per la prima volta da inizio anno, era riuscita ad ottenere due risultati utili di fila ed è pienamente in corsa potendo disputare, quasi certamente, due partite in più di tutte le altre grazie ai recuperi con Udinese e Venezia. Anche sul mercato ci sarebbero tante cose da dire. Straordinario l’impegno del presidente Iervolino, notevole la spesa fatta in appena due settimane e encomiabile il ds Sabatini che, in tempi record, ha rivoltato l’organico come un calzino. Ma prendere tanti giocatori fermi da tempo o stranieri di prospettiva ma acerbi è un rischio, soprattutto se partono Gondo e Simy e vengono rimpiazzati da due giovani di belle speranze ad oggi tutt’altro che pronti.
Non sarebbe stato un azzardo nemmeno dare una seconda possibilità a Fabrizio Castori, artefice di un miracolo l’anno scorso con una rosa obiettivamente meno forte delle dirette concorrenti e liquidato con un comunicato poco cortese dall’amministratore unico Ugo Marchetti. Anche lui, in estate, si è imbattuto in una campagna acquisti lacunosa, frutto di un trust che non consentiva di spendere quanto le altre. Sarebbe stata una bella favola consentirgli di tentare l’impresa e di difendere quella categoria riconquistata soprattutto grazie alla sua saggezza. Inizia, invece, l’era Nicola, allenatore sorprendentemente ancora a spasso a metà febbraio che ha compiuto imprese a Livorno, Genova e Crotone e che, a Torino, pur con un rendimento altalenante è riuscito a centrare l’obiettivo anche a causa del suicidio calcistico del Benevento. Salvare la Salernitana gli consentirebbe di entrare definitivamente nella storia del club e del calcio, ma il mister non ha la bacchetta magica e dovrà, in pochissimo tempo, mettere in condizione i nuovi arrivi, far integrare i tanti under stranieri, alzare il morale della vecchia guardia e preparare una partita proibitiva come quella contro il Milan. Ha senso cambiare a mercato chiuso e dopo due scontri diretti già disputati? E’ questo l’amletico dubbio che attanaglia i tifosi della Salernitana che, comunque, hanno enorme fiducia nel tandem Iervolino-Sabatini che è sinonimo di garanzia. Sabato saranno in 14mila, un Arechi da brividi che costituirà il dodicesimo uomo. Chissà che tutte queste novità non possano stravolgere un pronostico che sembra già scritto.