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Ingiusto paragonare l’emergenza dello Spezia con quella della Salernitana, colpita nei suoi uomini migliori. Ma alcune scelte di Castori hanno fatto storcere il naso.

La sconfitta maturata ieri pomeriggio contro lo Spezia fa sicuramente male. Perchè è stato buttato via un altro ottimo primo tempo, per il valore dell’avversario, perchè era il primo di tre scontri diretti consecutivi e per la passione che hanno dimostrato oltre 1500 persone che sono rientrate a casa con l’amaro in bocca per la quarta trasferta di fila. Indubbiamente le assenze hanno pesato tanto e non è assolutamente condivisibile il discorso di chi ricorda che “anche lo Spezia aveva un sacco di defezioni”. Davvero si vogliono paragonare i forfait di Bonazzoli, Lassana Coulibaly e Ribery a quelli di Erlic, Reca e Bastoni? La Salernitana ha perso in un colpo solo uno dei giocatori più forti della A, un attaccante di qualità, un centrocampista di livello assoluto, ma anche due esterni che stavano dando equilibrio e sostanza alla fase difensiva.

Non menzioniamo il sempre prezioso Capezzi e quel Ruggeri che stava destando una buona impressione quando chiamato in causa. Anche la miglior squadra del mondo soffrirebbe con otto potenziali titolari in infermeria, era inevitabile un calo fisico nel secondo tempo. Del resto Thiago Motta l’ha letta proprio così e in anticipo, prevedendo il crollo atletico come testimoniato dalla scelta di inserire nella ripresa i due elementi più rapidi, ovvero Manaj e Verde. C’è da dire, però, che anche mister Castori non l’ha letta benissimo. C’erano pochissime alternative in panchina e questo è palese, se ti giri e trovi ragazzini o gente che non era titolare nemmeno in B c’è poco da fare. Ma perchè togliere Kastanos che stava crescendo esponenzialmente? Perchè insistere con Kechrida che, a destra, continua a far danni come la grandine? Come mai fuori Djuric che, con un gioco basato su lanci lunghi e fisicità, è determinante? Ogni volta che il bosniaco esce, la Salernitana va sotto. Era successo già a Bologna. La speranza è che tutto quello che è successo, tra errori ed infortuni, possa servire a gestire meglio le prossime due gare già molto indicative e forse decisive.

FOTO CARLO GIACOMAZZA