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Il Governo aveva promesso aperture e libertà con il Green Pass ed i vaccini, in questo modo si ammette di aver fallito.

Il giro di vite anti variante Omicron passa anche per stadi e palazzetti. La capienza fa un passo indietro di fronte alla quota centomila contagi sfiorata con i dati di oggi. Il massimo livello di riempimento torna a essere quello di metà degli spalti, il 50 per cento con la soluzione a scacchiera in vigore prima dell’estensione al 75 per cento che è attualmente in vigore. Un passo indietro, alla situazione precedente, anche per gli impianti sportivi al chiuso, che potranno arrivare al 35 per cento. È questa la soluzione adottata dal Consiglio dei ministri dopo una discussione non facile in cui si è anche dibattuto sulla possibilità di una riduzione “alla francese” caldeggiata da una parte degli scienziati, che permette solo il tetto di 5000 spettatori in uno stadio. A questo punto, considerando che il premier Draghi aveva garantito che vaccini e Green Pass potessero garantire una vita normale ai cittadini, si può tranquillamente parlare del fallimento di un sistema studiato per indurre la gente a vaccinarsi ma che, oggi, si è rivelato del tutto inefficace. “A cosa serve fare tre dosi se poi ci sono limitazioni anche negli impianti all’aperto?” e “Draghi è peggio di Conte, vada a casa e affidino il Paese a persone competenti” due dei commenti più gettonati sul web. All’epoca gli ultras granata decisero di disertare in segno di protesta, in nome del “tutti o nessuno” che fu motto portato avanti fino all’ampliamento al 75%. Oggi come oggi, dunque, l’Arechi potrebbe ospitare circa 10000 spettatori, 600 dei quali nel settore ospiti. Per buona pace delle società che continuano a perdere soldi a causa della pandemia, ma anche di un Governo inadeguato.