Il doppio ex rammaricato per l’assenza del grande pubblico per il derby che si dovrebbe giocare domenica.
Doppio ex della sfida in programma domenica pomeriggio allo stadio “Maradona“, Emanuele Calaiò ha rilasciato una interessante intervista:
Cosa pensa della sentenza del giudice sportivo che ha attribuito la vittoria a tavolino all’Udinese, con annesso -1 ai granata?
“Sentenza anomala. Anche quando c’è stata la ripartenza dopo le feste era chiaro ci fosse un problema di covid, chi di competenza doveva tutelare il campionato anche a costo di sospendere. Il calcio, purtroppo, è diventato un business troppo importante e spesso i soldi vengono prima della salute. In quelle settimane è stato tutto falsato: in alcune gare danno lo 0-3, in altri casi ci sono i rinvii e non c’è chiarezza. La Salernitana sicuramente farà ricorso e chissà che non si possa ribaltare la delibera del giudice sportivo”.
Lei è stato un giocatore di livello, siamo in pieno calciomercato ed è arrivato un nuovo direttore sportivo. Un calciatore che legge la classifica, con un -8 che può diventare -12 in caso di ulteriore 0-3, come si comporta?
“Anzitutto, indipendentemente dalla classifica e dal momento che sta vivendo la Salernitana, penso che la città e tifosi debbano essere orgogliosi dell’arrivo di Iervolino. Ha voglia di costruire un futuro ambizioso, lo conferma la scelta di un dirigente del livello di Sabatini. Non bisogna essere ipocriti: la scalata è durissima. Ma l’entusiasmo è evidente, ha promesso sette rinforzi di spessore e c’è grande motivazione. Tutto può succedere nel calcio, ricordo tante squadre come la Reggina di Mazzarri che mantennero la categoria pur partendo con una pesantissima penalizzazione. E’ chiaro che sarà obbligatorio vincere tutti gli scontri diretti con Genoa, Spezia, Venezia ed Empoli. Altrimenti la situazione sarà irreversibile. Ma se lo Spezia vince a Milano e a Napoli, perchè non può farcela la Salernitana? La storia del club e la forza della tifoseria sono armi in più che Sabatini metterà sul tavolo delle trattative, chi vuole rimettersi in gioco non farà solo un discorso di classifica ma ha voglia di mettersi in vetrina in un contesto che garantisce anche enorme visibilità”.
Lei accetterebbe?
“In un secondo. Il miracolo salvezza rappresenterebbe una svolta incredibile per la carriera, ti farebbe entrare nella storia”.
Tanti casi covid, gruppo indisciplinato?
“Non sarebbe corretto puntare il dito sui calciatori, secondo me la Salernitana ha uno staff medico attento e una società che agisce nel rispetto delle regole. Fino a due settimane fa c’erano 90 calciatori positivi in serie A, tante squadre hanno lo stesso problema. Il Bologna è andato a Cagliari con 12 assenze. Sono cose, purtroppo, all’ordine del giorno e ne beneficia chi ha una rosa ampia che può sopperire a questa situazione di difficoltà con cui stiamo imparando necessariamente a convivere. Il problema è tecnico, non comportamentale”.
Chi ha deluso di più?
“Non so i motivi, ma Simy non ha reso. Forse non è la piazza per lui, forse non si è integrato con il gruppo. Ci sono stati investimenti sbagliati, probabilmente. Ma ora ci sono proprietari e dirigenti nuovi, consapevoli che una piazza del genere merita questa categoria ma che anche una malaugurata retrocessione potrebbe essere accettata meglio con un progetto di pronta risalita”.
Forse via anche Bonazzoli, non solo Simy. Giusto così?
“Dipende da chi arriva. Se partono entrambi vanno rimpiazzati con gente che fa la differenza. Il girone di ritorno è già nel vivo, la Salernitana ha bisogno di gol e non c’è tempo da perdere. Non basta la fase difensiva, bisogna essere propositivi perchè la A non è la B. Se lasci spazi, ti puniscono. Per vincere devi giocartela, con coraggio e cinismo. A Crotone abbiamo visto un buon Simy e ha fatto un ottimo campionato, non so cosa sia accaduto a Salerno e il modulo non faceva al caso suo. Vedremo quale sarà la strategia del ds, dipenderà anche da chi siederà in panchina”.
Salernitana-Lazio giocata con 13 calciatori fuori, 0-3 a tavolino in emergenza. Ci fossero stati top club il giudice sportivo avrebbe agito allo stesso modo?
“In Italia succedono cose strane, noi siamo un po’ abituati a pensare male. Ho smesso da tre anni e non è questo il calcio che mi appartiene. Quando giocavo vedevo i tifosi allo stadio al 100% e non al 50%, non c’era il covid, c’erano meno errori arbitrali pur senza la VAR, c’era una passione che veniva prima del business. Oggi è altra storia, ahimè. Ci sono tante cose che non mi tornano. La Salernitana, come tante altre squadre che sono piccole in A, ha preso più batoste rispetto a chi ha proprietà ricche e blasonate. Sta pagando lo scotto dell‘ “essere piccoli”, gli addetti ai lavori la vedono già come retrocessa e la penalizzano ulteriormente”.
Per chi tiferà domenica?
“Non ho mai tifato per una squadra, sin da piccolo. Vivo a Napoli, sapete bene quei 5 anni quanto siano stati importanti e vincenti, sulla carta non c’è partita ma lo Spezia ha vinto a Milano e tutto può succedere. Ma non dimentico nemmeno di aver indossato la maglia granata in una città in cui si sta bene. Mio figlio ha il cuore napoletano, io vivo il calcio più da addetto ai lavori. L’importante è che sia una bella partita, senza alcun tipo di problema e con una festa di sport pur con limitazioni che fanno male”.