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Atteggiamento imbarazzante a novembre e dicembre, forse anche su spinta dei procuratori. Ora non ci sono alibi: stipendi puntuali, ingaggi alti e società forte alle spalle.

E’ opinione piuttosto diffusa che la Salernitana, al netto di limiti tecnici evidenti, abbia avuto una involuzione tra novembre e dicembre a causa dei noti problemi societari che hanno spinto, forse anche inconsciamente, molti calciatori a staccare la spina e a guardarsi attorno desiderosi di non restare a spasso a gennaio in caso di malaugurata esclusione. E fonti attendibili parlano di procuratori sovente in contatto con i propri assistiti per proporre destinazioni di ogni genere, una situazione paradossale che non ha certo favorito il lavoro del tecnico Colantuono e di uno staff chiamato a fare i salti mortali per tenere a galla la nave pur consapevole che il verdetto del campo sarebbe stato spesso negativo. Legittimo, ci mancherebbe. Non tutti i tesserati hanno gran mercato ed è giusto che gente di 30-32 anni decida di salvaguardare lo status fisico in attesa di capire quale maglia indosserà nel girone di ritorno. Chi ha ben figurato con il Napoli in piena emergenza o ha messo sotto l’Atalanta e sfiorato il pareggio con la Juventus non può poi prenderne 5 dall’Inter, 4 dalla Fiorentina o perdere otto gare ufficiali su nove con appena una rete realizzata. E se l’atteggiamento passivo era frutto dell’incertezza, oggi anche i giocatori non hanno più alibi. Lo stipendio lo hanno percepito in anticipo, c’è un presidente che fornisce garanzie sotto tutti i punti di vista (ad ora Iervolino ha preferito non avere contatti diretti con squadra, dirigenza e mister) e un pubblico che li ha supportati in casa e fuori con commovente passione. Si può retrocedere, ci mancherebbe, ma con dignità, carattere e a casacca sudata. Per tanti la serie A potrebbe essere una opportunità più unica che rara, nessuno tiri indietro la gamba o molli dopo aver subito un gol.