“Seguo sempre con affetto le sorti della Salernitana, ritengo che bisogna fare un plauso al direttore sportivo Angelo Fabiani. Ognuno può avere la propria idea rispetto alla forza dell’organico allestito, ad oggi la classifica non è delle migliori e ci sono delle lacune da colmare nel mercato di gennaio, ma gli fa onore aver rinunciato ad altre proposte per dare una mano alla Salernitana in un periodo particolare come questo. Non è facile per nessuno muoversi quotidianamente senza un presidente alle spalle, senza una proprietà che fornisca garanzie. Credo che i tifosi dovrebbero riconoscergli questo merito. La rosa non è così scarsa come viene dipinta, forse in alcuni casi si pecca di inesperienza mentre in altri qualcuno ha pagato lo scotto del cambio di categoria. La A è un’altra storia, sembra banale dirlo ma è così. Altri ritmi, altra qualità, vieni punito al primo errore. Eppure non mi è sembrata affatto una cattiva squadra quando ha giocato contro Atalanta e Napoli. A Firenze, teoricamente, è un’altra partita proibitiva, ma il calendario strizza l’occhio ai granata: tutte le dirette concorrenti giocheranno con le prime della classe, con un colpaccio all’Artemio Franchi ci sarebbe la svolta. In fondo la zona salvezza dista 4 punti appena…”. Così il tecnico Salvatore Campilongo ai microfoni di SeiTV.
Il mister prosegue: “Il gioco di Castori era molto verticale, con Colantuono si vede qualcosa di diverso. Convivere con l’emergenza infortuni non è semplice. Credo che forse bisognerebbe osare di più e avere un atteggiamento più propositivo per mettere anche gli attaccanti nelle condizioni di far gol. Forse manca un regista a centrocampo, ma con un baricentro più alto è possibile costruire più occasioni. Ci vuole coraggio, anche a costo di lasciarti alle spalle una buona fetta di campo. La Fiorentina di Italiano gioca così, non ti lascia nemmeno il tempo di ragionare. Se affronti un avversario più forte e mantieni dieci uomini dietro la linea della palla, è normale che prima o poi ti castigano. E, a quel punto, rimontare diventa difficile. Il problema principale è il gran numero di reti subite: 33 sono decisamente troppe, soprattutto per una squadra che l’anno scorso vinse la B proprio grazie alla solidità della retroguardia. Non mancano gli elementi di esperienza a cui aggrapparsi, resto fiducioso e convinto che i granata possano farcela. C’è poi il fattore pubblico che conta. Un giocatore di personalità sa trasformare le cosiddette pressioni in una spinta positiva.”.
Infine l’angolo amarcord: “Ricordo il derby tra Salernitana e Cavese. C’era tanta gente, finì 0-0 ma noi giocammo un’ottima gara. In tutta la stagione fu una Cavese bella da vedere, costruimmo diverse occasioni imbattendoci nelle parate del compianto Mancini. Eppure Mattioli ebbe quella chance incredibile sotto la curva Sud, tirammo un bel sospiro di sollievo. Altrettanto discussa fu la gara con la Casertana. Ci fischiarono un rigore a tempo quasi scaduto, ci furono proteste e polemiche. Ma l’arbitro prese una decisione corretta, Tuia fu ingenuo a sgambettare un avversario spalle alla porta e che, ormai, non poteva andare da nessuna parte”.
FOTO TRATTA DA INTERNET