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Clima di festa all’Arechi, gli assurdi protocolli creano più caos che sicurezza

Malore per uno steward nel primo pomeriggio, controlli a tappeto ma anche innumerevoli disagi. E nelle strade cittadine si rinnova il gemellaggio tra ultras granata e amaranto.

Applausi, cori, qualche bandiera, l’esultanza della squadra sotto la curva Sud e quel senso di normalità dopo un anno e mezzo di vuoto assoluto. L’Arechi era ben lontano dai fasti di un tempo e servirà ben altro colpo d’occhio per incidere sui risultati in massima serie, ma i 2500 presenti hanno spinto i calciatori come non accadeva da tempo. Ultras a casa in segno di protesta nei confronti delle restrizioni cervellotiche del Governo: l’impossibilità di assistere alla partita in condizioni di normalità, di esporre striscioni e di abbracciarsi dopo un gol ha spinto lo zoccolo duro a disertare così come accaduto nella stragrande maggioranza della curve italiane. Ed effettivamente qualcosa da rettificare c’è. All’ingresso dei tornelli molti Green Pass non sono stati riconosciuti, si sono creati inevitabilmente assembramenti e solo la collaborazione continua e fattiva delle forze dell’ordine ha evitato problemi di ogni genere. “Noi dobbiamo fare il nostro lavoro, è una cosa nuova per tutti” dicevano gli steward, scossi anche dal malore accusato nel pomeriggio da un collega. Si era parlato di un infarto, ma non sono state fornite versioni ufficiali. Un sincero in bocca al lupo. Tornando alla gara, era piuttosto evidente che i controlli fossero continui. “Questo non è il posto che le è stato assegnato” e “Deve indossare la mascherina” i mantra ripetuti di continuo, in modo quasi sfiancante, al punto che anche lo speaker ha dovuto richiamare all’ordine una tifoseria che, pur rispettando tutto alla lettera, ha manifestato una comprensibile insofferenza: “All’aperto si sta senza mascherina, qui siamo tutti vaccinati o “tamponati” e sembra di stare in galera. Dobbiamo chiedere il permesso anche per andare in bagno”. E’ chiaro che gli steward fanno semplicemente quanto chiesto, anche i giornalisti assiepati nella sauna della tribuna stampa hanno dovuto faticare per avere il permesso d’assistere al match all’esterno. “Siete accreditati per questa zona dello stadio, non potete uscire fuori”. “Ma il settore è aperto al pubblico, cosa può mai succedere?” il botta e risposta chiuso con la prevalenza del buonsenso, una stretta di mano e qualche battuta per stemperare la tensione. Alla spicciolata tutti hanno preso posto, con divieto assoluto di sedersi sui gradini gialli e obbligo di rispettare la disposizione a scacchiera. Solo in Italia!

Ad ogni modo i presenti hanno sostenuto alla grande la squadra, spesso sono partiti cori spontanei che hanno coinvolto emotivamente anche i tifosi della tribuna. Applausi per l’ex Micai, comunque protagonista di una brutta gara. Ovazione per Castori e capitan Di Tacchio, ma anche per il giovane Ruggieri e per un Bonazzoli già calatosi nel clima dell’Arechi come certificato dalla sfrenata esultanza dopo le due reti. “Bonazzoli fa gol” e via con la festa, mentre qualcuno ogni tanto si affacciava nell’anello inferiore della tribuna sperando di scorgere Simy. Da più parti annunciato, ma ormai oggetto misterioso. A fine partita applausi per tutti, ricordo del Siberiano e un saluto a distanza con gli amici fraterni provenienti da Reggio Calabria. “Siamo sempre con voi” cantavano i 2500 che, in attesa del ritorno alla normalità, hanno vissuto emozioni fortissime. Non era la bolgia abituale e gli ultras mancano tantissimo, ma che bello riascoltare i cori e il boato quando la rete si gonfia sotto la Sud.

Redazione IotifoSalernitana