. . .

A Firenze aspettano la Salernitana con l’obiettivo di indirizzarla verso la serie B e “vendicare” quel brutto episodio che capitò all’Arechi nel 1998. Per molti il lancio della bomba carta sancì l’inizio della fine.

 

La storia calcistica, più precisamente quella del tifo, dice che non corre proprio una grande simpatia fra i viola e la Salernitana, o meglio i suoi sostenitori, perché c’è una bomba carta di mezzo che è difficile da dimenticare. Correva l’anno 1998, partita di ritorno di Europa League che la Fiorentina gioca in campo neutro, appunto all’Arechi di Salerno, contro il Grasshopper già battuto all’andata e in procinto quindi di passare il turno perché, prima del “fattaccio”, i viola erano in vantaggio sugli svizzeri per 2-1. Per una vendetta, legata ai tafferugli verificatisi a Firenze in campionato, alcuni tifosi locali ritennero di anticipare i botti di fine anno lanciando l’ordigno in campo e procurando danni al quarto uomo. Per la regola della responsabilità oggettiva ci venne assegnata una sconfitta a tavolino per 0-3 che ci fece uscire dalla competizione europea.

I sostenitori viola più grandi si ricordano ancora di questo episodio, la rabbia e la delusione patite e, pur giocando al Franchi, non riempie di gioia incrociare nuovamente i granata (colore che associo con affetto solo al Toro) anche se le statistiche dicono che in casa nostra abbiamo sempre battuto la seconda squadra di Lotito. Questo giusto per rinfrescarci la memoria ma, se proprio vogliamo metterla sul piano delle vendette, a noi non rimane che andare avanti per la nostra strada e cioè vincere, consolidare la nostra posizione in classifica e affossare ancora di più i nostri avversari. Pare brutto dire così, pare poco sportivo? Infatti, io sono tifosa e le mie soddisfazioni mi piace prendermele in campo e tuttalpiù con degli sfottò o dei cori di beffa. La cosa che più mi interessa, oltre ai tre punti, della gara di sabato prossimo è rivedere Franck Ribery. Credo che verrà salutato con un applauso perché non c’è stato nessuno screzio con lui, anzi il francese sarebbe rimasto volentieri a Firenze ma, purtroppo, la sua avventura in viola è stata determinata da alcuni infortuni che sono pesati ancora di più vista la veneranda età. Questa, sinonimo di grande saggezza ed esperienza, è stata però di vero aiuto per i nostri ragazzi, vedi Vlahovic e Castrovilli, i quali non si sono mai risparmiati nel ringraziarlo.

Non penso che il suo ritorno possa essere annoverato fra quelli che ci coinvolgono emotivamente fino alle lacrime, come è stato per Rui Costa e Batistuta (io sono fra quelli che non sono mai riusciti ad odiarlo e fischiarlo) ai tempi, forse non gli verrà gettata nessuna sciarpa come successe per Baggio quando uscì dal campo dopo essersi rifiutato di battere un rigore in maglia bianconera, come sono da escludere categoricamente i trattamenti riservati a Salah, Montolivo o Bernardeschi, tanto per citare qualche indimenticato ex. Di ex, inoltre, ce ne sono altri nella squadra granata e sono Di Tacchio, Capezzi e Ranieri che è in prestito dalla Fiorentina. Non so se la Fiesole intonerà il motivetto su Franck per salutarlo affettuosamente, ma mi auguro che intoni canti di gioia al fischio finale per benedire quella che sarebbe la terza vittoria consecutiva. Per quanto successo in passato e per il nostro futuro vincere è categorico!

Articolo tratto da “La Signora in viola”