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Ormai per i partenopei è argomento fisso, eppure dovrebbero godersi una squadra in testa dopo anni di delusioni e fallimenti. Definire Ribery un “ex calciatore” è la ciliegina sulla torta.

Lo scudetto di settembre vinto dal Napoli dovrebbe spingere giornalisti e opinionisti partenopei a concentrarsi unicamente sulle epiche imprese della formazione di Luciano Spalletti che, dopo aver perso le partite in albergo e una qualificazione in Champions a cospetto delle riserve del Verona, è riuscita a battere avversarie fortissime come Udinese, Cagliari e Venezia. Senza dimenticare il 2-1 nel deserto del San Paolo a cospetto della Primavera della Juventus. In questo caso le tante assenze in casa bianconera non hanno spinto Agnelli a sollecitare ASL, esercito e WWF sperando in un rinvio: questione di stile, direbbe qualcuno! Eppure alcune trasmissioni televisive, che ospitano anche persone molto vicine al mondo salernitano e che dovrebbero spezzare una lancia a favore, non possono fare a meno di citare la Salernitana. Nessuno vieta a professionisti del settore di esprimere una opinione, ci mancherebbe. Ormai il Napoli è campione d’Italia e c’è tutto il tempo per concentrarsi sulle altre 19. Anzi, sulle altre 15, visto che i fautori della sportività vorrebbero un campionato tra pochi intimi forse per consentire agli azzurri di avere meno rivali e di vincere per davvero qualcosa dopo decenni di nulla. L’editorialista di “Campania Sport” Umberto Chiariello, storico volto di Canale 21, per la seconda volta di fila ha mostrato un certo scetticismo circa le possibilità dei granata di conquistare la salvezza. Ecco quanto ha dichiarato domenica sera, quando il Napoli batteva senza entusiasmare il Cagliari mentre la Salernitana perdeva immeritatamente in casa del Sassuolo: “A Salerno se la prendessero con chi ha consentito quest’obbrobrio giuridico e politico, non con noi. Bisogna avere l’onestà di dire le cose come stanno: la Salernitana rischia di perderle tutte. Ma avete visto come è stata costruita la squadra? Belec in A è retrocesso, stesso discorso per Gyomber e Simy. A centrocampo ci sono Di Tacchio, Capezzi e Obi che, pur conoscitore della categoria, non si è mai espresso a livelli importanti. Bogdan, Aya, i Coulibaly e i terzini stranieri non hanno mai calcato questo palcoscenico. Per non parlare di Ribery. Lo hanno fatto passare come salvatore della patria, invece è un ex calciatore. La classifica rispecchia quanto sto dicendo, c’è poco da risentirsi”. In studio c’era anche Peppe Iannicelli, quello che al Comune applaudiva la Salernitana per la meritata promozione in A (e i granata partirono dalla D dopo il fallimento, per il Napoli invece inventarono il Lodo Petrucci) e dal quale i tifosi si aspetterebbero una “difesa” più concreta. Chiariello ha certamente esperienza per poter dare un giudizio e parlare di calcio, non ci piove, ma l’anno scorso toni e contenuti sembravano diversi quando il Benevento (per organico assai più “impresentabile” della Salernitana) collezionava ko a ripetizione imbattendosi in un’altra mesta retrocessione. Tutti questi attacchi mediatici (ormai, a livello nazionale, la Salernitana e Castori sono sempre utilizzati come esempi negativi) servano a ricompattare l’ambiente, a spingere anche i più critici a stringersi al fianco della squadra del cuore. Ma una riflessione vogliamo condividerla con il dottor Chiariello: ne avesse il Napoli attuale di ex giocatori come Ribery! Lei, che in tv si è sempre battuto per un calcio fatto di sentimenti e attaccamento alla maglia, dovrebbe soltanto elogiare un campione vero (non Insigne, Lozano e Mertens, con tutto il rispetto) che, a 38 anni, ha preferito una sfida difficilissima ai soldi facili dei campionati asiatici. Sia consapevole che, stavolta, la Salernitana ha in rosa un giocatore che, per storia, curriculum e potenzialità, è superiore a tutti gli undici elementi in maglia azzurra. Quelli che puntualmente festeggiano lo scudetto ad ottobre (in un “Maradona” vuoto, per Napoli-Cagliari c’erano 3000 persone in meno di Salernitana-Roma e Salernitana-Atalanta) e che poi a maggio si ritrovano eternamente alle spalle dei vincenti.