Nel giugno del 2011 i playoff condannarono la Salernitana al fallimento. Oggi, grazie a Lotito e Mezzaroma, è sfida di serie A.
Ultima spiaggia per Fabrizio Castori. Contro una storica rivale come il Verona, il trainer marchigiano si gioca il suo futuro. In caso di mancata vittoria, l’amministratore unico Ugo Marchetti e il direttore sportivo Angelo Fabiani potrebbero decidere di esonerarlo, anche per dare una scossa ad una squadra che, soprattutto dopo l’arrivo di Simy e Ribery, non è così debole come la classifica certifica fino a questo momento. Le squadre di Castori, notoriamente, ingranano a metà girone d’andata e già con l’Atalanta si sono visti notevoli passi in avanti sul piano fisico, ma la A non aspetta e c’è bisogno di una sterzata per non abbandonare ogni speranza in largo anticipo. In attesa di una svolta dal punto di vista societario (e l’ennesima voce circolata l’altro ieri è stata puntualmente smentita, le vere trattative sono coperte da un totale riserbo e i trustee sono a lavoro), i tifosi si stringono attorno alla squadra e fanno registrare numeri da capogiro, paragonabili anche a quelli delle big. Nonostante gli zero punti, i prezzi tra i più alti della categoria e lo zero alla casella dei punti, anche oggi sarà sold out: attesi 12mila spettatori, contro Roma e Atalanta erano in 15000 e hanno offerto comunque un contributo importante. E, ancor prima di conoscere il risultato odierno, in 1800 si sono già assicurati un posto al Mapei Stadium per la trasferta di Sassuolo. A Salerno può essere una componente determinante, ancor di più contro quel Verona che rievoca ricordi recenti amarissimi. Nel 2011, infatti, gli scaligeri persero all’Arechi ma ottennero comunque la promozione in B condannando i granata al fallimento. Ma oggi è un’altra storia: 10 anni dopo la Salernitana, al termine di una cavalcata storica e straordinaria, quello col Verona è uno scontro diretto per la sopravvivenza.