. . .

Davvero incomprensibili le parole dell’ex attaccante della Juventus Alessandro Matri: ma che partita hanno visto?

 

L’anno scorso il tecnico della Salernitana Fabrizio Castori disse in conferenza stampa che “l’abbonamento va stracciato, ma che partite vedono questi che devono fare il commento?”, tutto mentre decine e decine di tifosi sottolineavano un atteggiamento non proprio “dolce” dei giornalisti e degli opinionisti quando si doveva parlare della formazione granata. Stabilmente nelle zone altissime della classifica, in piena lotta per la promozione, ma mai oggetto di attenzioni particolari a differenza della “Cremo” tanto cara a Stefan Schwoch. Anche ieri DAZN ha lasciato un pochino a desiderare. Anzitutto qualche commento del tutto prematuro su Ribery, definito “spento e fuori partita”, poi un post partita tale da chiedersi su quali frequenze fossero sintonizzati al 20′ del secondo tempo. Evidentemente c’erano problemi di segnale, come spesso capita all’attuale emittente di riferimento (già più volte nel mirino della FIGC e della Lega A per disservizi di ogni genere), perchè affermare con certezza che “il rosso è un chiaro errore dell’arbitro, su Ribery non c’era nemmeno fallo” palesa improvvisazione. Per usare un eufemismo. Matri, che a differenza del fuoriclasse francese ha chiuso la sua carriera con tantissima panchina e pochissimi sei in pagella, poteva certamente risparmiarsi quella “suonata di violino” quando il presidente del Venezia e il tecnico Zanetti hanno attribuito la sconfitta alle decisioni arbitrali, persino un commentatore solitamente equilibrato e oggettivo come Borja Valero ha sminuito l’impresa strameritata dei granata. Nessuno ha fatto notare al mister arancioneroverde che, pure in caso di ammonizione, Ampadou sarebbe stato espulso lo stesso e nessuno ha sottolineato a caratteri cubitali che la Salernitana, con sei potenziali titolari fuori e un recente cambio di allenatore, ha costruito 21 occasioni contro le otto dei lagunari. Non vogliamo assolutamente pensare ci sia cattiva fede o che siano prevenuti nei confronti di una squadra che, in termini di abbonamenti e ascolti, consente di guadagnare un bel tesoretto anche in ottica visibilità. Tuttavia ci chiediamo perchè non abbiano trascorso mezzora a parlare anche del rigore molto dubbio concesso all’Empoli, di uno potenziale negato a Strandberg sempre contro i toscani e di tutta una serie di sfavori che, nel passato, hanno fortemente condizionato il cammino del cavalluccio. Eppure basterebbe leggere il regolamento e rivedere l’azione per capire che l’errore è uno solo: essere andati al VAR per controllare una situazione estremamente chiara e che non necessitava di alcuna revisione.