Fondo lussemburghese e azienda svizzera confermano di avere tutti i requisiti per rilevare il club e hanno già contattato direttori sportivi e allenatori. Ma il futuro è un enorme punto interrogativo.
Altro che “soluzione all’italiana:” la FIGC impugna l’atto notarile redatto nel mese di giugno e mette Claudio Lotito spalle al muro, metaforicamente parlando. Nella giornata di ieri il presidente Gabriele Gravina è stato chiarissimo e le sue parole non lasciano spazio ad alcun dubbio: “Non è stato nemmeno necessario affrontare l’argomento, se la Salernitana non sarà ceduta in tempo utile saremo costretti ad estrometterla dal campionato. Abbiamo sempre rispettato i tifosi, potevamo escluderla già in estate ma ci sembrava una cattiveria gratuita. Preferisco fare una brutta figura e vivere un girone di ritorno a 19 squadre piuttosto che perdere credibilità e creare problemi alla Federazione che mi onoro di rappresentare”. Tutto mentre Claudio Lotito lasciava la stanza visibilmente contrariato e convinto che, in sedi diverse, potranno essere riconosciute le proprie ragioni soprattutto se il Bari e il Mantova dovessero vincere i rispettivi ricorsi sull’abolizione delle multiproprietà e sull’obbligo imposto da terzi di cedere beni privati a prezzo basso in tempi assolutamente ridotti.
Ma cosa ha spinto la FIGC ad essere così implacabile pur con la volontà di tutta la Lega A di far proseguire il cammino della Salernitana in A fino al prossimo 30 giugno? Oltre al suddetto atto notarile, ci sono dei dubbi rispetto a tutti i rifiuti da parte dei trustee. In questo passaggio l’affondo di Gravina: “Sono arrivate diverse manifestazioni di interesse, possibile che un club con i bilanci a posto e che produce ricavi abbia un numero di trattative concrete pari a zero? Evidentemente c’è qualcosa che non va. I disponenti sapevano benissimo che esisteva una regola che obbligava a cedere una volta vinto il campionato di serie B, mi avevano chiesto una settimana in più e abbiamo concesso sei mesi proprio perchè riconoscevamo la validità del trust. Sono circolate anche cifre di un certo tipo, preferisco non commentare e non entrare nel merito. Ma non sono io a voler far fuori la Salernitana, ci sono persone che hanno sottoscritto un accordo e non c’è margine per una proroga”. I trustee ribadiscono non ci siano state offerte congrue, ma intanto due gruppi sono usciti allo scoperto: una cordata lussemburghese che fa capo ad imprenditori italiani che operano nel ramo del cinema e l’azienda svizzera Implenia che, tra le altre cose, ha già bloccato cinque calciatori, un allenatore e un nuovo direttore sportivo. Avrebbero già avuto contatti con il Governatore della Campania Vincenzo De Luca, potrebbero formulare una offerta vincolante di 25 milioni di euro a patto che i trustee approvino il bilancio, cui ultimo aggiornamento è fermo a ottobre 2021.
Più defilata una cordata romana che, a quanto filtra, non avrebbe mostrato totale indipendenza dai disponenti mentre un pool di professionisti salernitani capeggiato dall’avvocato Michele Tedesco è pronto a formulare “offerta congrua entro il 31 dicembre con l’obiettivo di preservare la categoria e cedere nei sei mesi successivi ad un imprenditore serio e facoltoso evitando qualunque tipo di speculazione e bypassando cavilli burocratici che i trustee hanno previsto, rallentando le operazioni per la cessione delle quote. Non è ammissibile che la Salernitana venga cancellata dal campionato di A”. Un altro nome che circola con insistenza è quello di Domenico Cerruti, ex proprietario dell’Agropoli Calcio che ieri era in Federazione. “Faccio una scommessa con tutti voi, una cena: la Salernitana sarà ceduta entro dieci giorni” ha detto in chiusura Gravina, con un sorriso ironico che non è passato inosservato. Il nome di Cerruti è facilmente accostabile al direttore sportivo Angelo Fabiani, proprio per questo i tifosi non sembrano particolarmente soddisfatti e auspicano l’avvento di una nuova proprietà che possa proporre volti nuovi e azzerare tutto. In caso di malaugurata e clamorosa esclusione, i disponenti si rivolgerebbero al TAR. La Salernitana non ripartirebbe dai dilettanti, ma dalla Lega Pro e il marchio, come previsto dal bando pubblico, tornerebbe al Comune che poi lo girerebbe in comodato d’uso gratuito alla nuova proprietà. Ma è ipotesi alla quale nessuno vuole minimamente pensare.