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Due ore e mezza a tutto tondo per il nuovo patron della Salernitana.

Parla il presidente Iervolino: “L’accoglienza dei tifosi mi dà una gioia incredibile, sono davvero felice di essere qui con voi. Nella mia vita, pur essendo giovane, ho fatto tante cose ma dalla mezzanotte del primo gennaio è come se tutto fosse stato accantonato per concentrarsi su questo progetto a tinte granata. E’ la giornata dei grazie. Sono stato travolto da un amore straordinario, forse anche inaspettato. Ho un progetto di cambiamento a 360°, mi piacciono le sfide e qualcuna l’ho vinta nelle mie attività professionali. Dietro ad una squadra ci sono valori dello sport che ci porteranno nelle scuole, tra le famiglie, ai laboratori di medicina di cui mai come oggi c’è assolutamente bisogno. Vogliamo una Salernitana ricca di professionalità di livello assoluto, l’osmosi con il territorio fa la differenza e il centro sportivo è un’idea che ho in testa da tanto tempo. Aggiungo la volontà di creare un museo per regalare alla città e alle nuove generazioni un qualcosa che resti a vita. Quando parlo di discontinuità sia chiaro che non sto criticando nessuno. I presidenti Lotito e Mezzaroma, l’amministratore unico Marchetti e il direttore sportivo Angelo Fabiani hanno svolto un ottimo lavoro ma non hanno toccato le corde del cuore. Non si può non parlare con i giornalisti. Non si può parlare poco e male con i tifosi. Oggi inizia un percorso diverso senza personalismi autocelebrativi, bisogna creare quella trasparenza di cui il pubblico ha assolutamente bisogno ripudiando ogni forma di illegalità ed aggressività combattendo con tutte le nostre forze”.

Si parla del cambio di dirigenza: “Ho chiamato Fabiani, gli ho fatto i complimenti ma l’ho anche rimproverato. La Salernitana è qualcosa in più di una squadra da gestire dietro la scrivania, è sotto gli occhi di tutti che si sia creato uno scollamento totale e generale tra la dirigenza e il pubblico. Quando ciò accade, a prescindere dai risultati, un presidente ha necessità di intervenire. Questa città ha dignità ed orgoglio, fino all’ultimo giorno la tifoseria ha camminato a testa alta pur temendo l’esclusione dal campionato ripudiando una gestione che non ha mai condiviso. Questo orgoglio mi è piaciuto in modo particolare, faccio al pubblico i complimenti”.

Ci conferma che sarà Sabatini a guidare l’area tecnica?
“Assolutamente sì. Parliamo di un dirigente che ha sempre lavorato per grandi squadre, ero quasi imbarazzato ad avvicinarmi ad un personaggio di questo calibro. Ebbene, durante il nostro colloquio mi ha fatto impazzire la sua professionalità, la sua voglia di vincere di lavorare. Sono per una gestione duale della società di calcio, ci siamo subito piaciuti e sono convinto che ci siano tutti i presupposti per regalare grandissime soddisfazioni alla tifoseria”.

Colantuono resta e che tipo di mercato dobbiamo aspettarci?
“Non sono una persona che glissa sulle domande, le mie dichiarazioni saranno sempre improntate alla realtà e alla trasparenza. Ad oggi non abbiamo avuto la possibilità di parlare con l’allenatore, gli ultimi due giorni sono stati ricchi di impegni per completare l’atto di cessione. Il dottor Sabatini vuole interloquire di persona con me, spero tra domani e dopodomani. Il nuovo dirigente è carico, farà una conferenza stampa e sarà l’occasione per soffermarci sul mercato. Nessuno vuole retrocedere, tra qualche giorno vi daremo maggiori informazioni”.

Che promessa si sente di fare alla tifoseria?
“Quando parlo di discontinuità mi riferisco al nuovo modo di vivere la passione per la Salernitana. Sono neofita di questo mondo, non sarò mai assertivo e non ho nessuna ricetta magica. Qualora dovessi commettere qualche errore sono sempre pronto a migliorare, a mettermi in discussione e a chiedere scusa. Il calcio è uno spettacolo, ma è un qualcosa che entra nelle famiglie. Si crea la discussione serale davanti al camino, dà calore umano e non è certo una industria asettica. Un presidente non può mai dire “la squadra è mia”, è un danno enorme nei confronti del club che crea disaffezione e svuota gli stadi. E non è nemmeno una mossa intelligente sotto il profilo economico. Io cercherò di non commettere questi errori, voglio che i tifosi si avvicinino alla Salernitana portando avanti un progetto di cui andare fieri. Vi chiedo soltanto di avere un po’ di pazienza, faremo tutto il possibile per mantenere la categoria ma soprattutto per garantire un futuro straordinario ad una piazza di livello assoluto”.

Da neofita sembra comunque una persona che ha tante conoscenze e che sta avendo l’approccio giusto. Quali saranno le prime mosse da presidente della Salernitana?
“Sono un vostro umile collega, meno bravo e professionale di voi. So che avete bisogno di certezze, di risposte, di capire in che direzione si stia andando. A me dispiace gettare i soldi, anche solo un euro, dalla finestra. Però mi piace investire. Non ho ancora parlato con il direttore sportivo Sabatini, voglio discutere quanto prima possibile per avviare il nostro progetto. Se c’è da spendere lo faremo, se c’è da comprare dei calciatori stanchi per dare alla piazza una maggiore immagine mia toglietevelo dalla testa. Non sono qui per prendere la ribalta, a 43 anni ho già avuto successo in Italia e non ho bisogno dell’applauso sterile. Nella vita contano i fatti. Mi confronterò con l’area tecnica e con la dirigenza, avremo un nuovo statuto comportamentale nei confronti di tutti. Anche della stampa. Vogliamo che si diffondano notizie certe, con una collaborazione reciproca e un confronto costruttivo”.

Progetto a medio-lungo termine e di un team che invece opererà nell’immediato. Come si coniugano i due aspetti?
“I progetti sono due e vanno di pari passo. Formare un gruppo di lavoro che trasformi una squadra di calcio in un veicolo sociale richiede tempo, vogliamo entrare nel cuore delle famiglie, del pubblico, della piazza, di tutti quanti voi. Nell’immediato è chiaro che vogliamo restare in serie A e prenderemo giocatori che trattino con noi con il sentimento e non solo con il portafoglio”.

E’ possibile trovare qualche strumento che possa consentire ai tifosi di seguire la Salernitana? Il caro biglietti è stato argomento di discussione per tutto il girone d’andata…
“Cercherò di essere attento e sensibile a tutto. Non sono un imprenditore distratto, mi piace ascoltare ogni componente per crescere giorno dopo giorno. Da presidente cercherò di circondarmi di uno staff che monitorerà ogni cosa, senza tralasciare alcun dettaglio. Non ho avuto la possibilità di affrontare queste vicende. La questione biglietteria è una delle prime che ritengo sia giusto affrontare, in totale sicurezza porteremo giovani, bambini e famiglie allo stadio”.

Che tipo di contratto firmerà Sabatini?
“Faremo due tipi di contratto: uno ufficiale, uno in stile gentlemen agreement. Ci siamo parlati con chiarezza, sin dal primo minuto del nostro confronto. Il calcio è una industria professionale, in cui i risultati calcistici dipendono da tantissimi fattori. Un discorso è retrocedere in serie B senza collezionare punti, un altro è sfiorare la salvezza e poter ripartire a testa altissima sin dal giorno dopo. A me non piace perdere le sfide, proprio per questo ci concentriamo sull’immediatezza. La priorità, sul lato meramente sportivo, è mantenere la categoria. Poi ci rivedremo a giugno e faremo il punto della situazione”.

Lei si era battuto sullo stop ai campionati causa pandemia, almeno solo per qualche settimana. Cosa pensa di tutto quello che sta succedendo
“Ho fatto sentire la mia voce a Dal Pino e Gravina. Sono una persona morbida, che entra in punta di piedi e che ha un carattere mite. Voglio farmi conoscere quanto più possibile da tutti voi. Ma sono anche un rivoluzionario e un combattente che porta avanti ciò in cui crede argomentando e confrontandomi con tutti senza imporre le mie idee. Il cambiamento rompe lo status quo e i privilegi, fa paura e nessuno mostra concretezza quanto è il momento di agire. Soprattutto nel calcio sembra che il volto nuovo venga tenuto a distanza. Io invece sogno che tra qualche anno arriverà un altro Iervolino: più bello, più bravo, più competente. Secondo me vanno cambiate tante cose, a partire dalla divisione dei fondi tra chi sale, chi scende e chi vince. Non ho la ricetta, la bacchetta magica nè la presunzione che l’ultimo arrivato possa modificare uno status di cose che va avanti da anni. Ma vorrei essere ascoltato. E’ sotto gli occhi di tutti che il calcio vada rifondato: bilanci colabrodo, nessuna innovazione in alcun settore, in pochissimi investono nei vivai o nelle città, la tecnologia è uno strumento fondamentale che viene bistrattato. Negli ambienti del calcio porterò la mia esperienza, sono a loro disposizione. Una crescita del sistema è una crescita che porta benessere a ciascuno di noi. Non solo al presidente, al dirigente o all’allenatore”.

Possiamo aspettarci un colpo di scena in questo calciomercato?
“Messi, senza dubbio. L’effetto “wow” piace anche a me. Io voglio investire, non gettare soldi. Prendere le figurine non mi interessa, preferisco acquistare un giovane bravo che possa portare entusiasmo, freschezza e qualità in casa Salernitana. Il cuore oltre il portafoglio. Io ho una visione diversa: il mio sogno è spendere in infrastrutture, tanto per rendere l’idea. E’ chiaro che il 31 il mercato chiude e ci dobbiamo muovere, ripeto quanto detto prima: a breve parlerò con Iervolino, posso dirvi però che c’è totale condivisione”.

Ha incontrato la squadra, capace di vincere a Verona con otto calciatori reduci dalla B?
“E’ chiaro che abbiamo bisogno di rinforzi, ma non espugni uno stadio come il Bentegodi se non hai qualità umane e professionali. Se non sbaglio abbiamo segnato due gol e potevamo realizzarne altri due, con calciatori che militavano nella categoria inferiore. Prenderemo elementi validi entro il 31 gennaio, altrimenti non avremmo accelerato rispetto alla tabella di marcia. Ma la classifica attuale non rispecchia il valore dell’organico, a volte basta la motivazione minima per gettare il proverbiale cuore oltre l’ostacolo”.

Il web mostra la sua esultanza, insieme alla famiglia, dopo la vittoria di Verona. Commovente…
“Il 31 ero in montagna a sciare con i figli, ma interloquivo con i miei legali per acquistare la Salernitana dai trustee. Sono stato allo stadio Arechi qualche anno fa, uno degli impianti italiani più vicini al mare e, dunque, estremamente affascinanti. Apprezzo la vostra delicatezza, lo dico con sincerità. Non è retorica e faccio un autogol: sono un tifoso, sono nato nel mito di Maradona e ho anche scritto qualcosa sul calcio Napoli sponsorizzando gli azzurri per diversi anni. Non bisogna mai ripudiare il proprio amore, mi auguro che il Napoli vinca lo scudetto. Ma soprattutto che la Salernitana si salvi. I miei ragazzi, abituati al San Paolo, mi chiedevano stralunati: “Ma cosa sta succedendo? Hai venduto la Pegaso? Non dobbiamo più tifare per il Napoli?”. Io vengo da Palma Campania, un centro che dista 18 chilometri da Salerno e 25 da Napoli. La mia azienda, quella più importante, l’ho fondata qui e il sentimento per la vostra città è assolutamente autentico. La sera si usciva a Salerno e non a Napoli. Calcisticamente siamo nati nel mito del numero 10 argentino, ma non ho mai nascosto la simpatia per i colori granata anche quando si militava in categorie nettamente differenti. A mio figlio ho spiegato tutto questo, aggiungendo che il calcio è passione, coinvolgimento travolgente, emozione, adrenalina. Una miscellanea di cose messe insieme che la Salernitana incarna alla perfezione. Ora sono innamorato della Salernitana”.

E’ consapevole delle grandi aspettative che si sono create a Salerno?
“Certo che sì, mi assumo le mie responsabilità e spero di realizzare tutto ciò che ho detto oggi in conferenza stampa. Non ho promesso scudetto o Champions League, ho parlato di progetto serio, rivoluzionario che renderà fiera la città di Salerno. Lotteremo e saremo concreti, questo lo ripeto e lo prometto a chi mi sta ascoltando. In questa avventura sono solo, non ci saranno soci. Il rispetto per l’apertura al capitale ci sarà sempre, ho una visione americana delle aziende. Quando mi accorgerò che aprire il capitale in una società è la cosa migliore lo farò, ad oggi sono di una idea diversa e non ci penso nemmeno lontanamente. Agirò sempre per il bene della Salernitana”.

Tanti tifosi sognano il restyling del Vestuti…
“Ci sarà uno sportello d’ascolto, prenderemo in considerazione tutte le proposte. Faremo tante cose, il cambio di rotta si vedrà proprio in questo tipo di collaborazione”.

Come mai il 10 novembre ha smentito l’interesse per la Salernitana e che rapporto avrà con la politica?
“La città ha espresso campioni della politica, mi riferisco anche alla famiglia De Luca. Ma il calcio è un’altra cosa. Il fare imprenditoriale vero va avanti sulle sue gambe, non chiede nulla e non saremo mai asserviti alla politica. Sono solo a fare la conferenza stampa, pur non essendo l’ultimo sprovveduto. Se mi domandate cosa penso degli amministratori locali vi posso mostrare ammirazione e rispetto. Ma io voglio infiammare il pubblico concentrandomi esclusivamente sullo sport. Quanto alla smentita, avevo promesso a mia moglie di non investire mai nel calcio. Non ero affatto interessato, la dottoressa Andria ha emesso un comunicato del tutto veritiero. Il 30 ho chiuso un contratto importante, successivamente sono stato sensibilizzato da alcune persone perchè il tempo stava scadendo. Da questa città avevo avuto tanto, ho casa ad Acciaroli e stimo la tifoseria di Salerno. L’orgoglio del pubblico mi ha totalmente rapito, a quel punto ho deciso di fare una proposta. Posso garantire che inizialmente avevo detto no, poi la mattina dopo ho agito d’istinto e ho messo tutti a lavorare”.

Il destino vuole subito una sfida con la Lazio dell’ex Lotito…
“Lo rispetto, ma non lo conosco e non ho mai avuto a che fare con lui. E’ vero, il destino si è divertito: prima la Lazio dell’ex presidente, poi il Napoli. Il mio sogno è vedere una tifoseria matura, gemellata con tutti. Gli avversari non potranno non amare una città e una provincia che offrono opportunità e bellezze sotto tutti i punti di vista. Immaginate un tifoso del Verona che fa il bagno con i salernitani prima di una gara. Gli ultras violenti a me non interessano, io amo una curva bella come una vostra. Iniziamo a cambiare un po’ alla volta, poi vedremo i risultati”.

Dove vede la Salernitana di Iervolino da tre anni?
“Voi mi trascinate. E’ chiaro che non vi basta sentir parlare di osmosi con la piazza, progetto giovani e infrastrutture. Ma secondo me saremo in alto, la serie A è cucita addosso per la Salernitana. Si può anche scendere e poi risalire, per carità. E’ evidente che il calcio è storia, abitudini e retaggi ed è evidente che, in caso di salto all’indietro, ci attrezzeremmo immediatamente per un riscatto sportivo. Ma l’entusiasmo della città, per i progetti che abbiamo in cantiere e per gli investimenti che abbiamo in mente vogliamo sognare e presentare giocatori di un certo livello e in questa categoria. Che poi sia centro classifica o coppa Uefa lo dirà il tempo”.

Immagina un potenziamento dell’area marketing?
“Fin qui non mi sembra che la Salernitana abbia brillato sotto questo aspetto. Le idee sono tantissime, ci sarà una rivoluzione. Il marchio è stato poco sfruttato, anche sotto il profilo economico. Non so quanto tempo resterò, però vorrei lasciare il segno. Vorrei che il cinquantesimo presidente granata possa essere ricordato anche dal duecentocinquantesimo. Qualità, più che quantità. E il marketing è componente fondamentale”.

Lei parla di progetto giovani, in rosa però c’è Ribery. Che idea si è fatto?
“Non è il futuro della Salernitana. Un calciatore di 38 anni lo capisce bene. Ma, da qui a fine campionato, è fondamentale e lo immagino con noi anche il prossimo anno. Lo adoro. Ha carisma, ha vinto, sa dettare i tempi di gioco e punteremo su di lui. Non mi vedrete mai interferire con le idee dell’allenatore e del direttore sportivo, sia chiaro, ma personalmente lo ritengo un buon innesto. Ha garantito una vetrina di rilievo alla città di Salerno, secondo me farà la differenza”.

Che mercato dobbiamo aspettarci?
“Il calcio è spettacolo, siamo qui perchè c’è lo spettacolo. Questo passa dai calciatori e dall’allenatore. Aver preso Sabatini è un grande colpo, il vero colpo. Secondo me lui ha tutte le frecce per poter pensare realisticamente di restare in serie A. Ci credo fortemente ad un suo scouting”.

Tanti infortuni in casa Salernitana, interverrà anche sotto questo punto di vista?
“E’ uno dei primi progetti. Declinare in una sola conferenza stampa tutte le verticali in cui vogliamo fare progetti sarebbe impossibile. Noi vogliamo migliorare le performance calcistiche, spaziando dalla dieta alla gestione degli infortuni applicando gli algoritmi e le intelligenze artificiali all’attività agonistica di tutti i giorni. Questo è il futuro delle squadre, altrimenti saremo ostaggio di sfortuna e di fortuna. Per questo non voglio che il campionato sia falsato, mi riferisco ovviamente al covid. Oltre allo spettacolo c’è una industria che va salvaguardata”.