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La redazione di IotifoSalernitana ha avuto il piacere di intervistare il nuovo presidente Daniele Iervolino, scelto dai trustee per guidare il nuovo corso granata. Ambizione, voglia di vincere anche nel mondo del calcio, il sogno di esultare sotto la curva dopo il gol della salvezza e il percorso dell’Atalanta come modello da seguire. Ecco le sue dichiarazioni:

In queste ore è stato sommerso di messaggi d’affetto. Se lo aspettava e quanto potrà essere determinante la spinta di Salerno per raggiungere la salvezza?

“La spinta della tifoseria è il propellente necessario a portare a compimento questa avvincente corsa per la salvezza. Sono rimasto sorpreso e lusingato dalla calorosissima accoglienza riservatami”.

Quando e come si potrà iniziare a fare mercato? Fabiani o un nuovo dirigente?

“Nei prossimi giorni valuteremo le soluzioni migliorative da apportare. Il mercato di gennaio è difficile e costoso e per questo vanno operate scelte giuste e opportune. Decideremo a breve chi saranno gli attori che guideranno il nuovo corso”.

Con lei la Salernitana fa un enorme passo in avanti  non solo sul piano calcistico, essendo Iervolino imprenditore di successo in tantissimi settori. In che modo proverà a fidelizzare il pubblico granata e soprattutto le nuove generazioni?

“Il progetto salernitana non può essere legato solo al pianeta calcio, ma deve avere una vocazione inclusiva e costituire un hub reticolare dove le eccellenze del territorio si confrontino e si adoperino per offrire ai giovani opportunità di lavoro, di benessere e di crescita culturale e civile”.

Mister Colantuono non ha avuto la possibilità di operare al meglio, ora alle spalle c’è una vera società. Si riparte da lui o vi può stuzzicare l’idea di richiamare mister promozione Fabrizio Castori?

“Lasciamo lavorare proseguire con serenità l’operato degli addetti ai lavori. A stretto giro opereremo le necessarie integrazioni e/o sostituzioni”.

Settore giovanile alla base del suo progetto. È difficile operare in merito considerando la carenza di strutture?

“Il modello è quello di una cantera giovanile che attiri talenti provenienti dal territorio di appartenenza. Non è detto che debba trattarsi di un’infrastruttura costosa; l’importante è che risponda a requisiti di funzionalità e di sostenibilità e che faccia parte di un progetto sinergico che coinvolga non solo la US Salernitana ma anche le istituzioni locali”.

Si può immaginare, come iniziativa simbolica per riempire l’Arechi, una politica di prezzi popolari almeno per la prima partita con il Venezia?

“Sarebbe impossibile, dal punto di vista formale non siamo ancora proprietari”.

Cosa pensa di questo esposto preparato da una cordata che voleva la Salernitana?

“Non è un nostro problema, è una domanda da porre ai trustee“.

Atalanta e Sassuolo hanno raggiunto una dimensione europea in ambito calcistico. Crede che Salerno, con un presidente così forte, possa nel tempo ambire a consolidarsi in A magari tra le prime dieci?

“Credo che Salerno sia una città che debba aspirare ad avere una squadra di calcio che rientra tra le prime 10 del campionato della massima serie. Atalanta e Sassuolo sono due splendidi esempi di una programmazione riuscita e di come un sano calcio di provincia possa assurgere a livelli sulla carta inimmaginabili. cercheremo di fare lo stesso per la US Salernitana 1919”.