Pugno duro della Lega A, si valuta la possibilità di giocare con la Primavera. In 2000 chiedono il rimborso e…rispetto!
Che l’Italia sia l’ “ufficio complicazioni affari semplici” è noto da tempo e il mondo del calcio è la cartina al tornasole di questa confusione totale che si palesa anche quando si tratta di tutelare la salute di atleti già spremuti come limoni da tempo e ora sottoposti ad un autentico stress soprattutto mentale specialmente per tutelare i diritti tv. Perchè siamo certi che senza tutti questi milioni di euro in ballo non si sarebbe perso un minuto a stoppare il campionato come accaduto, ad esempio, in Lega Pro e in serie D. Laddove, non a caso, c’è un giro di denaro nettamente inferiore. Ma cosa accadrà ora alla Salernitana? Il problema principale è che le autorità sportive, forse pensando che la pandemia fosse sconfitta e che non ci fosse alcun pericolo dietro l’angolo, non avevano previsto la possibilità di una esplosione di contagi così grave e diffusa, al netto di vaccini e tamponi continui. In pratica, un anno dopo, sembra quasi di ritrovarsi al punto di partenza. Come se fosse davvero impossibile convivere con un virus anche quando le sue varianti non producono sintomi gravi e risultano spesso asintomatiche.E così, domani, salvo colpi di scena ci sarà un Venezia costretto a spendere soldi di aereo, albergo e viaggio per ritrovarsi in uno stadio desolatamente vuoto, senza l’avversario e con i soli arbitri ad attendere i canonici 45 minuti prima di fischiare tre volte e refertare tutto al giudice sportivo. Si potrebbe vivere una situazione analoga anche per Spezia-Verona, Fiorentina-Udinese e Juventus-Napoli, con la differenza sostanziale rappresentata dal fatto che è chi deve viaggiare ad essere bloccato dalle ASL e non chi gioca in casa e, dunque, non è sottoposto a spostamenti. E’ noto che le autorità sanitarie abbiano, di fatto, bloccato l’attività della Salernitana ponendo in quarantena – o in isolamento fiduciario – oltre una ventina di tesserati tra calciatori e dirigenti. E anche chi è negativo è impossibilitato a svolgere anche solo un allenamento poichè i tempi di incubazione sono lunghi e possono cambiare il quadro sierologico da un momento all’altro. I divieti imposti dall’ASL scadranno l’otto di gennaio, è bene ricordare che i nuovi protocolli variano a seconda dello stato vaccinale: chi ha tre dosi ed è contatto stretto, ad esempio, può rientrare in comunità dopo cinque giorni anche solo con un test antigenico rapido negativo.
Nella fattispecie la Salernitana è ferma per l’intervento dell’ASL e, con ogni probabilità, il giudice sportivo potrebbe decretare il 3-0 a tavolino con successivi ricorsi: prima alla Corte d’Appello, poi al Collegio di Garanzia che è organo ritenuto supremo e che, già in passato, è intervenuto ribaltando le decisioni iniziali. C’è chi nomina con una certa frequenza i precedenti tra Juventus e Napoli e Lazio e Torino. Nel primo caso, che ormai ha fatto giurisprudenza, ricorderete che la Lega A non concesse il rinvio nonostante le segnalazioni delle autorità competenti sancendo il 3-0 a favore dei bianconeri e il -1 in classifica agli azzurri, decisione confermata anche dopo il secondo grado di giudizio. Ma il Collegio di Garanzia, in presenza di documenti ufficiali, stabilì che la partita dovesse essere ripetuta poichè non si poteva disapplicare un provvedimento arrivato da un ente amministrativo che si pose a tutela della sanità pubblica. E non a caso, nella sentenza su Lazio-Torino, il giudice diede ragione ai granata del Nord menzionando, negli atti ufficiali, anche quel precedente. E così, si agisse con coscienza e coerenza senza taciti accordi in direzione contraria tra i tre organi endofederali scaturiti dall’assenza di date utili per recuperare le partite, l’iter sarà praticamente uguale e la Salernitana rigiocherà sia contro l’Udinese, sia col Venezia, senza dimenticare che all’orizzonte c’è un paradosso: le ASL, infatti, potrebbero bloccare ancora Verona e Salernitana che si ritroverebbero a braccetto, domenica sera, a fare ricorso per evitare sconfitte, sanzioni e penalizzazioni. Un caos tutto italiano, insomma.
A difesa della Salernitana c’è l’avvocato Chiacchio che, nelle ultime ore, intervistato da alcuni colleghi si è soffermato sulla vicenda cercando di rassicurare la tifoseria granata. La domanda è sempre la stessa: “Ci sono precedenti in cui una squadra che giocava in casa ha chiesto la ripetizione della partita pur con la presenza in campo dell’avversario?”. La risposta è sì. Ed è una gara che, indirettamente, interessava molto la Salernitana trattandosi dello scontro tra Empoli e Chievo, due squadre che contendevano ai campani la promozione diretta e anche la qualificazione playoff. Originariamente i clivensi si presentarono al Castellani, ma presero atto dell’assenza dei biancocelesti e speravano di ottenere la vittoria a tavolino. Non andò così: si rigiocò un mese dopo, tra l’altro con i toscani che saltarono due partite di fila causa Covid (l’altra a Cremona) proprio come accaduto alla Salernitana. Dunque siamo piuttosto sicuri che prevarrà il buonsenso e che le gare si decideranno sul rettangolo verde sebbene poi siano preventivabili lamentele di chi, invece, pur con i medesimi problemi si troverà a giocare già domani come Atalanta e Bologna. Resta un quesito di fondo che anima “cattivi pensieri”: se la Lega di A è pienamente consapevole che le ASL hanno potere supremo e ultima parola, come mai agisce con questa “spavalderia” dicendo no ad ogni tipo di rinvio?