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Fanno discutere le parole di Pasquale Luiso, doppio ex della sfida in programma domenica pomeriggio allo stadio Arechi.

“E’ del tutto evidente che il calcio di oggi sia diverso da quello dei miei tempi. A volte guardo le videocassette o i DVD, vedo le performance di Del Piero, Zidane e Batistuta e mi chiedo: “Ma davvero ho giocato con questa gente?”. Oggi l’Italia campione d’Europa pareggia 0-0 con l’Irlanda del Nord e gioca 80 minuti senza centravanti, con Belotti e Scamacca potenziali titolari negli spareggi di marzo. Ma di cosa stiamo parlando?! Il livello si è abbassato, si fa fatica a vedere partite di calcio di un certo tipo. E gente come me, che fa di testa propria senza legarsi a procuratori o sponsor, si ritrova da due anni e mezzo senza una panchina e senza la possibilità di trasmettere ai calciatori quelle enormi motivazioni che ha nel cuore. In passato ho provato anche a parlare con alcuni dirigenti della Salernitana, mi dissero che determinati allenatori erano stati scelti perchè in orbita Lazio. Meglio chiudere qui il discorso. Di certo c’è occorrerebbe una riflessione a 360°: oggi il tifoso granata ricorda Di Vaio, Pisano, Artistico e Di Michele. Nonostante il miracolo della passata stagione, la mente vola sempre al passato. C’è qualcosa che non va, il pubblico non si riconosce nel calcio di oggi. Ma questo accade ovunque, non solo a Salerno”. Questa l’analisi di Pasquale Luiso che, in qualità di doppio ex, seguirà con interesse la partita di domenica pomeriggio.

Uno scontro salvezza che presenta così: “Sulla carta non c’è storia: la Sampdoria è più forte della Salernitana, ha valori tecnici che vanno ben oltre la posizione di classifica attuale. Alla lunga verranno fuori, ovviamente perdere all’Arechi sarebbe una mazzata tremenda. Se i granata vorranno dare un senso al mercato di gennaio, dovranno obbligatoriamente chiudere il girone d’andata con 7-8 punti in più. Il pubblico sarà il dodicesimo uomo, ma guai a pensare ad una Samp in caduta libera e destinata ad una sconfitta. Sto seguendo il campionato dei granata, noto un problema di personalità. Ribery è un campione e non si discute, ma forse pecca sotto questo aspetto. Pasquale Luiso entrava negli spogliatoi e scassava tutto se notava atteggiamenti sbagliati, evidentemente ho più carattere del fuoriclasse francese. Credo ricorderete tutti la mia conferenza stampa post Siena-Salernitana 3-0. Io parlo in faccia, non ho peli sulla lingua, mi metto in gioco e voglio che i miei compagni facciano altrettanto. Altrimenti non andiamo d’accordo. Ho giocato con i campioni veri, ma anche con i vari ZoroCamorani e Vignaroli. Conta la maglia, va onorata e rispettata. E se si abbassa la testa dopo aver subito gol, evidentemente manca il carisma del leader che ti prende per mano e ti aiuta a superare l’ostacolo. La Salernitana ha giocato anche delle buone gare, ricordo le sfide con Atalanta e Napoli che non rendono giustizia. Poi a Roma ne prendi tre e lo accetti, fa parte del gioco. Ora non si può più sbagliare, a Salerno non deve passare nessuno. La gente deve capire il momento e trascinare la squadra”.

Si apre l’angolo amarcord“Salerno è un rimpianto per la mia carriera. Ero primo in classifica ad Ancona, segnai due reti decisive proprio all’Arechi e vincemmo 2-0. A gennaio mi chiamarono per tentare l’impresa salvezza, ci misi la faccia ma ormai la situazione era compromessa. Ciononostante ricordo ancora lo straordinario affetto del pubblico, tifoseria che ancora oggi porta 7000 persone in trasferta: nemmeno Juventus e Inter possono contare su una curva del genere. Nel 1999, invece, il mio approdo a Salerno sembrava certo. Mi chiamò Delio Rossi, mi voleva fortemente. Raggiunsi gli uffici del presidente Aliberti, fu lui a telefonare al Vicenza per firmare i contratti. Rientrai alla base convinto dovessi soltanto fare la valigia e partire in direzione Salerno, ma il destino volle che si infortunarono OteroZauli e tutti i nostri attaccanti. Capitan Di Carlo mi chiese un ultimo sacrificio, scesi in campo…proprio contro la Salernitana. C’era Sasà Monaco che mi diceva: “Stai per venire da noi, non segnare”. Invece feci gol di testa, sotto la nostra curva. Delio Rossi fu esonerato, io non potevo certo firmare più per i granata dopo aver deciso lo scontro forse decisivo”. Infine una battuta sul futuro: “Il pubblico sarà la forza della Salernitana, peccato che il mercato sia stato anomalo a causa delle vicende relative all’iscrizione. Alcuni procuratori come Lippi hanno portato calciatori di spessore, a gennaio occorrerà aggiungerne altri. Fabiani è un top player, è nel calcio da una vita e ha compiuto l’impresa di riportare la Salernitana in serie A”.