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Fabiani già proiettato alla B, attacco ai social: l’intervista

Fanno discutere le dichiarazioni del ds Fabiani: ci si aspettava chiarezza rispetto alla cessione del club e qualche novità in vista del mercato di gennaio, invece soliti tormentoni e una certezza: sta già lavorando lui sotto traccia in ottica futura.

L’attuale dirigenza della Salernitana si riassume in un nome solo, quello del direttore sportivo Angelo Fabiani, l’uomo che fa da tramite tra la vecchia e l’auspicabile nuova proprietà. L’uomo che ha fatto il mercato con i quattro spiccioli a disposizione (“E per ogni acquisto ho dovuto avere il via libera dai trustee”). L’uomo che da un’intera tifoseria è visto come il braccio armato di Lotito, che lo ha voluto con sé a Salerno nel gennaio 2014. E per questo viene insultato, con cori allo stadio e scritte sui muri della città (“Ho letto: “Fabiani cancro”. Ringrazio chi l’ha scritto: ha voluto omaggiare il mio segno zodiacale, essendo io nato a luglio”). Sul serio, Fabiani: le fa male tutto questo? “No. Perché dovrebbe? Nella vita sono portato a fare del bene. E chi fa del bene riesce a sopportare il male. Ma poi nessuno ce l’ha con me veramente. Il vero patrimonio della Salernitana sono i 5-6 mila malati della curva, gli stessi che andavano sui campi sterrati. A loro porto rispetto incondizionato, anche quando mi contestano. Poi ci sono i tifosi da tastiera. Io, quando da ragazzo andavo al bar, le stupidaggini che dicevo con gli amici al bar restavano confinate. Oggi, con l’avvento dei telefonini, anche il più coglione può ottenere visibilità. È una minoranza la cui voce è però amplificata dai social. Ma il mio povero papà diceva: ricorda che i ragli dell’asino non arrivano in Paradiso. Oggi la Salernitana è una realtà consolidata in Serie B. Adesso sta facendo un passaggio in A. Chi non mette in preventivo un’eventuale retrocessione è un folle. Certo, prima che accada, in campo dobbiamo perdere fino all’ultima goccia di sangue. Ma, se cadremo, cadremo in piedi, con giocatori di proprietà: Simy, i due Coulibaly…“.

Perché la Salernitana è ancora nel limbo tra cessione e commissariamento? “Credo che nessun imprenditore locale voglia entrare nel tritacarne della critica e della pressione ambientale. Accusano Lotito e Mezzaroma di non aver venduto il club in tempo, prima di arrivare in A. Loro si erano posti il problema, ma,davanti alle offerte ricevute, si sono chiesti: e se poi chi arriva dura appena una stagione e porta la società al fallimento, come troppe volte è successo in passato? Non hanno ritenuto di consegnare la società al primo scappato di casa. E ne ho visti, di scappati di casa che volevano appropriarsi di questo club per mettere le mani sui soldi in cassa. Se la Federazione ha avallato l’istituto del trustee è proprio perché questa è una società sana. Perciò, un grazie a Lotito e Mezzaroma questa città lo dovrebbe”. Ma lei crede che alla fine la Salernitana sarà venduta? “Lo so quello che la gente dice: Lotito vuol fare il furbo, dietro al trustee c’è lui, non vuole vendere… Non è così. Lotito ha ceduto le quote sociali ai due trustee. Che hanno l’autorità di cedere a un prezzo diverso e inferiore rispetto a quello richiesto dai vecchi proprietari. I tempi si sono allungati perché non siamo davanti a una trattiva tra due soggetti privati: qui c’è di mezzo la burocrazia”. Fabiani, conferma le dimissioni all’insediamento della nuova proprietà? “Sarà un atto dovuto. Poi starà agli altri decidere. Lascerei un centro sportivo meraviglioso, un’impronta manageriale e qualche titolo vinto”.

Intervista tratta dalla Gazzetta dello Sport