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Le parole dell’amministratore unico Ugo Marchetti certificano gli errori e gli orrori della Federazione, ancora una volta contraddittoria. Mentre molte società di A e B sono piene di debiti, a Salerno un imprenditore facoltoso non ha avuto la possibilità di investire perchè la sorella è sposata col presidente della Lazio.

“Se la FIGC, iscrivendoci al campionato, ha certificato che Lotito e Mezzaroma sono fuori dalla Salernitana, che senso ha obbligare a cedere entro il 31 dicembre se possiamo autofinanziarci per anni in attesa di un investitore serio? Con queste regole sbagliate non solo non ci fanno programmare la stagione sportiva, ma consentono a tanti avventurieri di giocare al ribasso”. Le parole dell’amministratore unico Ugo Marchetti confermano quanto la FIGC cada continuamente in contraddizione pur di danneggiare la Salernitana chiudendo, però, un occhio per realtà più blasonate, ma indebitate fino al collo. L’odio per Lotito e Fabiani acceca troppa gente, è un po’ come il “Grazie Carraro” del 2005. La tifoseria, o buona parte di essa, continua a puntare il dito contro l’ex patron vedendo ovunque teste di legno e manovre speculative. Semplicemente folle. La verità è che, se davvero si volesse fare battaglia, la FIGC rischierebbe di farsi male. Il concetto è molto semplice. In estate la Salernitana rischiò l’esclusione (ma il TAR avrebbe potuto ribaltare tutto in cinque minuti) perchè la normativa in essere impediva ad uno stesso proprietario, ai parenti e agli affini di esercitare controllo diretto e indiretto su società sportive militanti nella medesima categoria. E che Lotito non potesse guidare Lazio e Salernitana era ovvio, scontato e sacrosanto. Alla fine Gabriele Gravina e soci, consapevoli dei rischi in sedi extracalcistiche, hanno riconosciuto non solo la validità giuridica del trust presentato dai legali rappresentanti (su tutti l’avvocato Silvia Morescanti), ma anche la totale indipendenza della Salernitana rispetto alla Lazio e la capacità di autofinanziarsi. Il ragionamento, dunque, è semplice: se mi riconosci autonomia, perchè mi obblighi a vendere un bene di mia proprietà in pochi mesi, svalutandolo? Se la squadra di calcio è gestita dalle banche e ha soldi sufficienti per concludere la stagione in attesa di un imprenditore serio che la compri, perchè minacciare esclusioni a stagione in corso? Ricordiamo, tra l’altro, che la data del 31 dicembre è indicativa: in presenza di trattativa in stato avanzato ci sarebbe una proroga di 45 giorni.  La speranza di tutti è che vada in porto una delle trattative condotte dai trustee (quelle vere sono del tutto segrete, non vengono confidate al blogger di turno che strumentalizza la vicenda per tornare alla ribalta), ma la tifoseria sta pagando l’inadeguatezza di Gravina e di chi governa il mondo del calcio.

Redazione IotifoSalernitana