L’ex allenatore granata si sofferma sull’importanza del settore giovanile e ricorda la sua esperienza con la Salernitana.
Per una settimana è stato allenatore del Napoli prima dell’addio di Gaucci e dell’arrivo di De Laurentiis. A Salerno, invece, ha vissuto tre esperienze diverse sicuramente intense, ma non eccelse sul piano dei risultati. Il mister Angelo Adamo Gregucci ha presentato così il derby in programma domenica prossima: “Anzitutto mi preme dire che non avrei mai esonerato Castori. Sono amico di Stefano, ma anche di Fabrizio. Ritengo sia stato l’artefice principale della promozione in massima serie, conosce profondamente il gruppo e avrebbe avuto tutte le possibilità di condurre la nave in porto. Auguro contestualmente il meglio a Colantuono, la sua esperienza consentirà di dare un grosso contributo. La Salernitana ha un buon organico, insieme ad altre 4-5 squadre lotterà per difendere la categoria ed ha un’arma in più rispetto a tante altre: la spinta dell’Arechi. Parliamoci chiaro: la salvezza passa inevitabilmente dagli scontri diretti tra le mura amiche, quello con l’Empoli deve obbligatoriamente essere un semplice passo falso da accantonare quanto prima. A Venezia c’è stata una reazione da squadra, tutt’altro che scontata, anche in undici contro undici ho visto una buona Salernitana e questo lascia ben sperare. Ora sotto con il Napoli. Dal punto di vista tecnico il gap è noto, ma la Salernitana farà la sua partita: gli azzurri commetterebbero un grave errore se pensassero di andare all’Arechi a fare una passeggiata di salute”.
Inevitabile un passaggio sulla sua esperienza a Salerno: “Il mio primo anno è stato molto positivo, gran parte dei meriti per la salvezza li ho attribuiti ad una squadra ricca di talento e che poteva aprire un ciclo. C’era gente come Bombardini, Palladino, Molinaro, Ferrarese… di che parliamo? Sono tornato dieci anni dopo, ereditando una situazione non semplice. Chiudemmo con la qualificazione playoff e con la vittoria della coppa Italia di categoria, un traguardo comunque gratificante per la società e per gli stessi calciatori. Purtroppo la terza annata non è andata bene, fui esonerato prima dell’ultima gara di Pescara. Ricordo che in rosa c’erano alcuni calciatori che, di lì a poco, appesero le scarpette al chiodo. Iniziammo bene, poi entrammo in un tunnel senza riuscire a darci una spiegazione. Non credo che si sia intaccato il rapporto con la piazza, chi mi conosce sa bene quale sia il sentimento d’amore e di rispetto che mi lega al cavalluccio marino. Mi sono sentito parte della vostra famiglia e voi siete parte del mio cuore”.
Sul futuro: “Per quanto riguarda me sto facendo alcune valutazioni approfondite, è arrivato il momento di tornare in pista. Sulla Salernitana posso dire che fa un sacco piacere rivederla in massima serie, il calcio italiano aveva bisogno di una piazza così passionale e che porta migliaia di persone in trasferta. Vedremo quali saranno i programmi della nuova proprietà, secondo me è basilare ripartire da un forte settore giovanile e da investimenti in infrastrutture per far crescere in casa i campioni del domani. La Campania, e Salerno in particolare, è piena di talenti che sognano di giocare in quello stadio e di segnare sotto quella curva. Il futuro passai dai vivai, ai miei tempi c’era Palladino ma anche un certo Molinaro. Gente che è arrivata in Nazionale”.