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Salernitana umiliata in casa dall’Inter in un clima freddissimo e distaccato. Ora i trustee cedano e chiudano l’era Lotito-Mezzaroma.

Dai presidenti più vincenti a quelli più contestati della storia, il passo è stato breve. Non c’è promozione che tenga rispetto a questa vergognosa serie A che hanno propinato alla città di Salerno. Del tutto legittimo tutelare i propri interessi dopo anni di investimenti (con l’aiuto sempre prezioso di mamma Lazio), ma Lotito e Mezzaroma erano a conoscenza delle regole e hanno esposto una tifoseria straordinaria ad un calvario senza precedenti. Non è l’ultimo posto a far storcere il naso, nemmeno lo 0-5 contro la squadra campione d’Italia che, a differenza delle altre big, non ha premuto sul freno e ha infierito fino alla fine: la Salernitana è una neopromossa, non ha una proprietà, è stata iscritta in ritardo, è stata scippata di dieci calciatori in un colpo solo per una regola assurda (non fenomeni, ci mancherebbe), si riaffacciava in A dopo 22 anni e una retrocessione poteva anche essere messa in preventivo. Non così, non con questa totale passività ed un clima di indifferenza e rassegnazione che fa rumore più di qualunque furiosa contestazione. Tutta l’Italia calcistica non parla d’altro che di “caso Salerno”, con giornalisti che si divertono a sparare sulla croce rossa e altri che fanno a gara per chi tira fuori l’epiteto più cattivo, cinico e originale. Nel mentre le solite contraddizioni e strategie atte a prendere tempo per non risolvere la questione. I trustee, che dovrebbero indire una conferenza stampa aperta a tutti per spiegare come stiano le cose, dovranno ora rispondere del comunicato stampa di un gruppo apparentemente serio e spiegare come mai club meno appetibili siano acquistati in meno di due mesi mentre a Salerno, da maggio in poi, non sia cambiato assolutamente nulla. Lo diciamo subito: domani mattina il Sindaco contatti costoro, si rechi a Roma con una rappresentanza della tifoseria, pretenda un incontro con Gravina e cerchi di capire chi stia mentendo in questa vicenda che si presta a mille interpretazioni. 

Dal sogno all’incubo in sei mesi, con responsabilità ben definite. Della Federazione, che prima ammette le multiproprietà e poi obbliga imprenditori a cedere proprietà private andando oltre ogni diritto costituzionalmente garantito. Dei disponenti, in particolare di Lotito, quello che ieri ha perso l’ennesima occasione per tendere la mano alla città mostrando quanto meno un minimo di dispiacere per questo imbarazzante girone d’andata e per l’allestimento di una rosa che ammettiamo d’aver sopravvalutato. Ma parlare di calcio giocato e di sport, ora come ora, è del tutto inutile. Nelle ultime 48 ore sembra di rivivere l’incubo targato Lombardi, con incertezze, contraddizioni, silenzi, scaricabarile e proroghe che sanno tanto di mancanza di rispetto. Lo striscione di stasera è geniale ed emblematico nella sua semplicità: si riparta anche dalla terza categoria i tifosi, i veri tifosi, saranno la risorsa imprescindibile. Pronti anche a perdere la A pur di non imbattersi in proroghe che rappresenterebbero l’ennesima sconfitta per un sistema che non funziona e va rifondato a tutti i livelli.

Rinnoviamo un appello, lo stesso fatto dopo lo 0-2 con la Sampdoria: si faccia tutti, tutti, tutti un passo indietro per il bene esclusivo della Salernitana. Non esistano “gufi” e “collusi”, “pro Fabiani” o “detrattori a prescindere”. Chi oggi, con una situazione sportivamente parlando drammatica, si diverte nella riproposizione di screenshot preistorici o di video goliardici è semplicemente uno stupido che non ama la Salernitana e sta tirando fuori la testa dal nulla per riprendersi popolarità dopo mesi di nulla e anonimato. E’ da questa gentaglia, esclusivamente social, che bisogna prendere le distanze. Per il resto giornalisti, opinionisti, ultras, club, provincia, politici, semplici cittadini siano un corpo unico che, da stanotte, lavori congiuntamente per pretendere chiarezza, cessione in tempi rapidi e il successivo allontanamento di chi non sta onorando la maglia. Compreso questo gruppo di calciatori che ha totalmente staccato la spina, che non combatte e non ha nemmeno la forza di fare un fallo di frustrazione o di protestare con l’arbitro almeno per far vedere che è rimasto un pizzico di dignità sportiva. Si ponga fine a questo calvario, salvando il salvabile. Si può retrocedere, per carità. Ma giocare con l’Inter senza provare un minimo di emozione o adrenalina è la sconfitta più grande di chi ha propinato tutto questo.