
Impossibile immaginare di condurre trattative pagando a rate o basate solo su giovani e prestiti. Il ds Fabiani aveva assicurato che ci fossero le risorse per allestire una rosa competitiva, ma lo staff tecnico inizia ad essere preoccupato e invoca altri cinque innesti di categoria.
Che questo mercato sarebbe stato del tutto anomalo per la Salernitana e con una serie di paletti da rispettare lo stiamo rimarcando da tempo. Mentre in C e in B, ancor di più con potenziali promesse biancocelesti alle spalle, fosse più semplice non c’era dubbio. Oggi siamo una neopromossa, senza società, con un budget limitato, con una scadenza del 31 dicembre che frena chi vuole sottoscrivere contratti pluriennali e le dirette concorrenti hanno la possibilità di spendere di più. Prendiamo l’esempio dell’Empoli, ad un passo dalla coppia Pinamonti-Cutrone. I toscani sono retrocessi due volte negli ultimi anni, cedendo per decine di milioni di euro i calciatori più importanti. Considerando che l’anno scorso hanno vinto praticamente con la stessa base della stagione precedente, i dirigenti hanno un tesoretto di gran lunga superiore a quello della Salernitana. Lo Spezia, che da gennaio avrà il blocco del mercato, dovrà prendere solo giocatori a titolo definitivo e, quindi, metterà sul tavolo contratti lunghi e molto vantaggiosi sul piano economico. Ciò che ha spinto Caprari, tanto per fare un esempio, a congelare la pista Salerno per prendere in considerazione quella ligure. E certamente la crisi delle big, costrette a cedere prima ancora che ad acquistare, incoraggia queste piccole realtà. Fino ad ieri immaginare un Caldara a Venezia o un Arnautovic a Bologna era semplicemente utopistico. Oggi, invece, l’Inter smobilita, la Roma si è fermata a Mourinho, su sponda Lazio è sempre il solito Lotito al risparmio, il Napoli sta pensando di far partire Insigne, Koulibaly e Fabian Ruiz, il Milan ha perso il miglior portiere d’Europa e dunque le altre, con una offerta discreta, possono assicurarsi giocatori di spessore. Senza dimenticare quanti elementi validi oggi inavvicinabili saranno fattibili da dopo Ferragosto in poi per motivi di lista. La Salernitana, delle 20, è la più penalizzata. Per i motivi che ci siamo detti e perchè l’amministratore unico Marchetti (unico in contatto con i trustee e, in teoria, a conoscenza di trattative societarie ignote anche alla dirigenza) in qualunque momento può stoppare una operazione onerosa per non appesantire il bilancio e scoraggiare eventuali compratori. Spendere 7 milioni di euro per Simy, con quadriennale da 800mila euro più bonus è scelta che va ponderata, soprattutto se alle spalle non hai un presidente ma due banche obbligate a cedere. Ed è normale che in A ci siano tantissime realtà con potenzialità superiori che possono strapparti un obiettivo in due minuti. Proprio per questo, pur certi che 2-3 atleti di spessore arriveranno (specialmente in attacco, e non è detto non sia proprio Simy pur con parti assai distanti), rinnoviamo l’invito a valutare il mercato rapportandosi alle oggettive difficoltà, senza fidarsi ad occhi chiusi di professionisti che, spesso, fanno veicolare nomi e notizie in modo strategico e in virtù di amicizie con questo o quel procuratore. Alla Salernitana, questa è certezza, servono minimo sette rinforzi per tentare di salvarsi. Due difensori, un esterno destro, due centrocampisti e due attaccanti. Tre se andasse via Djuric. Ma prima di parlare di firme certe bisogna fermarsi a riflettere, per non crearsi false aspettative.
Redazione IotifoSalernitana