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Non  ci sarà il sold out

La partita per quelli di sempre. E non potrebbe essere altrimenti, visto che la Salernitana è per chi la ama a prescindere da presidenti, dirigenti, categorie, avversari, mercato e classifiche. Non ci sono più i “romani”, la nuova società è quanto di meglio si potesse sperare specialmente in ottica futura, Sabatini ha acquistato undici calciatori di spessore e battere lo Spezia consentirebbe di alimentare le speranze salvezza. Tuttavia non si registrerà il sold out: 11000 spettatori affolleranno le scalee dell’Arechi, in pratica gli stessi che hanno accompagnato il cammino dei granata dalla serie D al massimo palcoscenico del calcio italiano. Certo, la pandemia tiene a casa tanta gente, le restrizioni e la diminuzione della capienza incidono negativamente, l’orario serale sfavorisce chi lavora, chi studia e chi arriva dalla provincia, ma ci aspettavamo una risposta diversa e una caccia al biglietto che, di fatto, si è interrotta già nella giornata di venerdì. Nessuna voglia di fare polemica, sia chiaro: siamo fortemente convinti che sia la quantità e non la qualità a fare la differenza e Salerno, domani, accompagnerà la squadra del cuore con smisurata passione costituendo il dodicesimo uomo in campo. Curva e distinti sono sold out, è effettivamente un problema non di poco conto di questi tempi poter acquistare il ticket solo per la tribuna che, come noto, è il settore più costoso in assoluto e, dunque, inaccessibile a nuclei familiari o ragazzi che non lavorano. Iervolino interverrà anche in questa direzione: a breve ci saranno una serie di iniziative che mancavano da anni e che acuiranno il senso d’appartenenza soprattutto in quelle nuove generazioni da riconquistare assolutamente dopo un decennio fatto di freddezza, cinismo, distanze e chiusure