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Un tifo del genere dovrebbe aggiungere tanti punti alla classifica, purtroppo ad oggi la Salernitana è tra le peggiori per rendimento casalingo. E nel secondo tempo di domenica il clima era comprensibilmente freddo.

Il silenzio nei cinque minuti di recupero del secondo tempo è irreale: all’Arechi, fra 12mila spettatori, si sente soltanto il microfono del lanciacori della Curva Sud che, imperterrito, prova a trascinare lo stadio. Non ci riesce. No, questa volta no: i tifosi della Salernitana sembrano quasi assuefatti all’orribile prestazione offerta dalla loro squadra del cuore. Ciò che si vede in campo è davvero mortificante: una squadra non da serie A per un popolo da Champions League. Perché lo scontro salvezza meritava un palcoscenico importante per provare quantomeno a dare un abbrivio in più agli uomini allenati da Colantuono all’esame – probabilmente decisivo per le sorti di questa stagione – Sampdoria. Rispondono presente in 12mila, roba importante in tempi di crisi economica, di caro biglietti, di Covid che avanza. Ma lo stadio si svuota in largo anticipo: c’è davvero poco da vedere. La tristezza che cala su un pubblico fantastico anche nei momenti più difficili. E che adesso, proprio come Ribery e compagni, non trova neanche la forza di scaldarsi.