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Limiti tecnici, ma soprattutto mentali: atteggiamento imbarazzante

Salernitana inguardabile, la peggior prestazione del campionato contro un avversario mediocre e destinato a soffrire fino alla fine. Malissimo Colantuono.

Pensare che la sconfitta di oggi sia frutto esclusivamente delle lacune dell’organico, testimoniate in modo impietoso dalla classifica, sarebbe riduttivo. Ormai la rosa è questa ed è inutile dire sempre le stesse cose. La Salernitana di Castori, però, fatta eccezione per il secondo tempo di Torino è sempre stata quanto meno cattiva agonisticamente. Oggi, in una partita da dentro o fuori contro una Sampdoria modesta e a cospetto di 12mila spettatori, quasi tutti i calciatori hanno clamorosamente fallito. Lo si nota dalle piccole cose: Bonazzoli che restituisce un pallone perchè Quagliarella ha un accenno di crampi, Candreva che ci mette un minuto e mezzo per battere un calcio d’angolo senza che nessuno provi a velocizzare le operazioni, testa bassa da parte di tutti  dopo lo svantaggio, finanche Ribery è apparso nervoso e poco lucido. Un gruppo arrendevole, senza idee e senza anima. Si può perdere, si può retrocedere, ci mancherebbe. Ma bisogna salvaguardare la dignità sportiva di migliaia e migliaia di tifosi che meriterebbero ben altro spettacolo. Tutti gli avversari danno la sensazione di gigioneggiare con la consapevolezza che basta il minimo sforzo per segnare e difendere il vantaggio. Certo, gli episodi non aiutano: legni colpiti, qualche svista arbitrale, infortuni e grandi parate dei portieri avversari come accaduto oggi con Audero. Ma la fortuna aiuta gli audaci, chi ha il coraggio di osare andando oltre negligenze, inesperienza e limiti tecnici di cui ciascuno di noi era a conoscenza sin dalla prima giornata. Ma arrendersi così proprio no. Chi è partito dall’inizio aveva quasi lo sguardo impaurito (basti vedere lo sguardo di Gyomber quando il pallone arrivava in area), chi è subentrato non ha dato assolutamente nulla e l’allenatore, il condottiero, seduto per mezz’ora quasi con rassegnazione senza dare una minima indicazione. Tutto troppo brutto e triste, ripensando a quanta gioia aveva accompagnato il ritorno della Salernitana in serie A. Si può retrocedere, fa parte del gioco. Ma in questo modo sarà una lenta agonia in giro per l’Italia, con il rischio di allontanare potenziali investitori che, certo, con un minimo di sale in zucca non spenderebbero 40 milioni di euro per una squadra con mezzo piede in B già a metà novembre.