Nemmeno la Lazio sarebbe stata d’accordo, Salernitana condannata ancor prima di giocare da regole assurde.
Quando manca circa un’ora e mezza da una partita che, per logica, non si doveva giocare, lo stadio Arechi ha aperto le porte agli spettatori e si prepara ad accogliere Salernitana e Lazio per la prima gara casalinga del 2022. Rispetto ai 2800 biglietti venduti, frutto anche della diserzione del mondo ultras e di buona parte dei club organizzati, dovrebbero essere molti di meno gli spettatori effettivi sugli spalti soprattutto dopo la notizia delle positività riscontrate in mattinata. Lunghissimo l’elenco degli indisponibili: Ribery, Simy (che è guarito dal Covid, ma non ha ancora avuto l’ok da parte dello staff medico), Capezzi, Strandberg, Lassana e Mamadou Coulibaly, Gyomber (squalificato), Gagliolo, Jaroszynski, Zortea, Djuric, Bogdan e Kastanos. Se aggiungiamo che Obi e Schiavone non sono al top e che Ruggeri è fermo da inizio settembre, possiamo dire che sarà davvero una partita per onor di firma, frutto di questo protocollo che dovrebbe essere assolutamente rivisto e che non può mettere in secondo piano il parere delle ASL. A nostro avviso bisognerebbe ragionare anche su questo obbligo di effettuare tamponi ogni giorno, soprattutto in atleti vaccinati, totalmente asintomatici e, presumibilmente, in piena salute. Una confusione clamorosa. L’undici titolare è dunque scontato: 4-4-2 con Delli Carri e Kechrida esterni e la coppia Ranieri-Veseli al centro. In mediana Di Tacchio e Schiavone, con Obi a destra e Ruggeri a sinistra mentre in avanti Gondo affianca Bonazzoli, al pari di Ranieri diffidato. Nessun over in panchina, solo Fiorillo e Guerrieri. I due portieri. Naturalmente dalla Lazio nessun segnale distensivo per provare quantomeno a ragionare su un rinvio, pur con la consapevolezza che gli attuali negativi potrebbero positivizzarsi nelle prossime 24-48 ore. Questo non è calcio e non è sport, una scelta vergognosa della Lega A e della FIGC in nome del dio denaro.