. . .

Lotito e Mezzaroma pronti alla battaglia in caso di cessione a cifre basse, in sede ordinaria ci potrebbero essere novità in caso di ricorsi. Ma l’obiettivo è cedere quanto prima ed evitare code polemiche.

Un mese e mezzo ancora, poi la Salernitana conoscerà il suo futuro. Da un lato il rettangolo verde, con una serie di partite sulla carta impossibili (Lazio, Inter, Juventus, Milan, Fiorentina) inframezzate dai due scontri diretti con Sampdoria e Cagliari immediatamente dopo la sosta. La formazione di mister Colantuono, falcidiata dagli infortuni e penalizzata da qualche decisione arbitrale, sta raccogliendo meno di quanto produce, ma le altre non corrono e basterà chiudere il girone d’andata con altri 6-7 punti per presentarsi al mercato di gennaio con rinnovate ambizioni. La tifoseria sta dimostrando di crederci: media da big tra le mura amiche (contro il Napoli, domenica scorsa, erano quasi in 18000), record su record in campo esterno al netto di pandemia, restrizioni e crisi economica. Basti pensare che ieri, nel giro di quattro ore, sono stati venduti oltre 4000 biglietti per il settore ospiti dell’Olimpico, un esodo incredibile sotto gli occhi dell’ex presidente Claudio Lotito.

Il confronto con la Lazio riporta inevitabilmente alla mente tutto quello che è successo in estate dopo la promozione in A, con la paura di una mancata iscrizione e quel trust corretto e rivisto in extremis (anche grazie al risolutivo intervento del ds Fabiani, uno degli artefici principali di un miracolo sportivo) previa approvazione di CoviSoc e Federazione. Entro il 31 dicembre si deve cedere, ad oggi sono arrivate tre offerte ma nessuna soddisfa in pieno i requisiti dei trustee. La vecchia proprietà ha preso le distanze da alcuni personaggi che, in città, stanno accattivandosi le simpatie della parte più critica della tifoseria con una serie di notizie totalmente inventate e che anche l’attuale dirigenza ha smentito a più riprese. Pensare che sedicenti operatori dell’informazione, da anni finiti nell’oblio dell’anonimato, possano essere a conoscenza di trattative tenute segrete è pura utopia e proprio il silenzio degli amministratori lascia sperare che, sotto traccia, qualcosa si muova. Se la cessione avvenisse in tempo utile, ma con cifre inferiori a quanto paventato, Lotito e Mezzaroma potrebbero rivolgersi alla giustizia ordinaria. “Si tratterebbe di una sorta di esproprio proletario, la proprietà privata è un bene costituzionalmente garantito così come gli investimenti. Le restrizioni previste dal regolamento sportivo potrebbero essere sovvertite in altre sedi” la versione ufficiale degli ex patron che, comunque, auspicano un lieto fine che non contempli una battaglia infinita. Che rappresenterebbe, va detto, una sconfitta per tutti. E di mezzo ci andrebbe una tifoseria che porterà 4000 persone in campo esterno da penultima in classifica.