L’amministratore unico del club granata, a Telecolore, ha mostrato alcune perplessità circa il futuro tra i professionisti della Salernitana. Tifoseria in fermento, non si escludono dure prese di posizione.
Parole forti, quelle di Ugo Marchetti a Telecolore. Se fino a qualche giorno fa le sue dichiarazioni erano riuscite a rasserenare la piazza, ora c’è più di un punto interrogativo ad accompagnare l’immediato futuro della squadra granata. Ecco in estrema sintesi le sue dichiarazioni: “Non ci aspettavamo un inizio di campionato così in salita, un punto in sei partite mi sembra poco ma è lo scotto che si paga quando sei una neopromossa. Sento tanto parlare di mercato e di allenatore, ma come faccio ad assumere altri professionisti sapendo che dal primo gennaio potremmo ritrovarci fuori dal campionato? La data del 31 dicembre esiste, credo che tutti foste a conoscenza della scadenza che siamo tenuti a rispettare. Non sto dicendo nulla di nuovo o di clamoroso. Ed è inutile chiediate a me se ci siano trattative in corso: i trustee stanno lavorando alacremente per risolvere la querelle, ma il buon esito delle operazioni non dipende nè dal sottoscritto, nè dai tifosi. Secondo me dobbiamo concentrarci sul campo, i tifosi e gli organi di informazione devono sostenere la squadra come hanno fatto fino a questo momento direi in modo commovente. Contro il Verona ho visto un Arechi spettacolare, anche sullo 0-2 ci hanno spinto con passione determinando la nostra rimonta. Mi aspetto di più da tutti, a cominciare da Simy che, per ora, non ha fornito il suo contributo. Quanto a Castori, ritengo debba essere lui a fare un passo indietro se si rendesse conto che le cose non vanno. Ognuno di noi deve assumersi delle responsabilità, siamo parte di un grande famiglia in rappresentanza di uno splendido popolo ed è necessario produrre risultati. Tre offerte? Non lo so, non è compito mio entrare in questi argomenti. Mi risulta ci siano state manifestazioni d’interesse e che è stata fissata una data, il 30 settembre, entro la quale mettere sul tavolo i soldi necessari per l’acquisizione del club. Posso solo dire…speriamo! Ho accettato volentieri questa sfida perchè sono convinto che otterremo gli obiettivi che ci siamo prefissati, sul campo e fuori. Ma non dipende da me. Ripartiamo dalla forza dei salernitani, da Ribery che è professionista e uomo straordinario, dalle prossime gare in cui ci giochiamo tanto”.
Marchetti, incalzato dalle domande dei giornalisti presenti in studio, è poi entrato maggiormente nello specifico: “La nostra società è solida, seria, ben strutturata e con grandi potenzialità. Dovremmo essere un riferimento nel mondo del calcio, un mondo che non conoscevo e che ha bisogno di una realtà come la Salernitana. La nostra azienda sta subendo negatività che non merita, abbiamo vinto il campionato sul campo e non possiamo perderlo per altri motivi che esulano dall’aspetto tecnico. Mi meraviglierei se nessuno acquistasse la società. In un contesto in cui prevalgono le regole dell’economia è impossibile che nessun imprenditore si faccia avanti, con i requisiti giusti, per rilevare la Salernitana. Viceversa verrebbe da chiedersi cosa non abbia funzionato. Ho letto di Preziosi sui giornali, notizia che mi sento di smentire. Io sono l’amministratore unico, non il trustee. Vengo a conoscenza in maniera diretta di tutto ciò che accade, non so dirvi quanto questi interessi siano concreti e fruttuosi. La mia persona è impegnata su altri fronti, conosco bene i trustee e porteranno a casa il risultato nei tempi stabiliti. Io modificherei la deadline del 31 dicembre, una data che taglia il nostro futuro. E’ un limite obiettivo, che ti dà un senso di impotenza ed è un muro che ci sta condizionando in maniera determinante. Chi è che desidera venire a combattere per la Salernitana sapendo che la vita professionale può terminare a gennaio? Le mie scelte sono condizionate da questa regola, vi posso assicurare che è un fastidio. Le normative erano note, ma perchè la Salernitana non può portare avanti per anni la strategia dell’autofinanziamento in attesa di un investitore serio? Viaggiamo con un freno costante all’interno del motore, non ci sentiamo autonomi. E’ giusto che un presidente non sia proprietario di due club nella medesima categoria, ma perchè deve pagarne le conseguenze la squadra di calcio?”.
Infine sull’aspetto tecnico: “L’allenatore ha il compito di trasformare i singoli in una squadra proseguendo il percorso di integrazione. Castori è persona perbene e onesta, sussistessero queste negatività sarebbe il primo a fare una profonda riflessione. Il termine “cacciare via” accostato a chi, da una vita, è nel mondo del calcio con successo è ingeneroso. Simy mi ha deluso. Ci siamo imposti questa scelta, impegnandoci in una trattativa non semplice. E’ come se non fosse entrato nella casa della Salernitana, composta da persone semplici. Deve sedersi a tavola apprezzando ciò che possiamo offrirgli, l’etica di comportamento partecipativo è imprescindibile se vogliamo ottenere i risultati. Non ci ha preso per mano, è un dato di fatto. E siamo delusi”.