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“Marchio resta a Lotito in caso di esclusione”: il danno e la beffa

Non è mai stato firmato l’accordo che prevedeva la cessione a titolo gratuito dei beni immateriali al Comune di Salerno, resta valido quanto stabilito dal bando pubblico emesso nel 2011: solo in caso di fallimento il cavalluccio andrebbe nelle mani del Sindaco. Istituzioni assenti anche su questa vicenda.

Negli ultimi 16 anni la questione legata al marchio della Salernitana ha diviso e agitato la tifoseria. Dal 2005, in particolare, quando la società di Aliberti fu estromessa per debiti dal campionato di B e ci fu la possibilità di ripartire attraverso il Lodo Petrucci, ma senza cavalluccio mentre un gruppo di ragazzini destinati al fallimento sgambettavano in terza categoria. Nel 2009 Antonio Lombardi pose fine alla querelle mettendo sul tavolo 400mila euro, ciò non bastò per evitare la sanzione del tribunale di Napoli che costrinse l’allora Salernitana Calcio a sborsare diversi milioni di euro per uso improprio dei segni distintivi nelle stagioni precedenti. Un guazzabuglio giudiziario che non solo fece saltare tutte le trattative per la cessione, ma che spinse il Salerno Calcio ad agire con cautela fidandosi dei propri legali e non dei mugugni di una piazza che chiedeva “marchio, colore e denominazione”. Dopo un anno, anche grazie alla fondamentale opera di mediazione del Centro di Coordinamento capeggiato da Riccardo Santoro, le parti in causa di misero a tavolino e concordarono l’acquisto del titolo, ma l’amministrazione comunale fu lungimirante e, nel famoso bando pubblico, stabilì che qualunque società subentrasse a quella fallita avrebbe dovuto acquistare la storia e lasciarla in gestione proprio al Comune in caso di passaggio di consegne.

Molti tifosi stanno risollevando la questione ricordando il contenuto di quel bando pubblico, ma Palazzo di Città tace pur essendo stato sollecitato ad intervenire sull’argomento in diverse circostanze. “Non saprei rispondere” il laconico commento in merito di un ex assessore, “Vi aggiorno tra un paio d’ore, è una questione importante e non vorrei dire inesattezze”. Era febbraio del 2021, non è ancora arrivata risposta. L’avvocato Gianmichele Gentile, nel luglio del 2012, si espresse così: “Abbiamo preso il marchio come promesso, senza nessun rischio revocatoria. I tifosi possono stare tranquilli, stipuleremo un accordo con il Comune che prevede la concessione dei beni a titolo gratuito in caso di fallimento o passaggio di consegne”. Il Sindaco invece ricordò che “nel paragrafo 4 lettera E è prevista la cessione a titolo gratuito al Comune della denominazione, logo e colori sociali”. In pratica, stando a quanto confermato oggi dagli avvocati di Lotito, in caso di malaugurata esclusione della Salernitana il marchio resterebbe in possesso della vecchia proprietà anche se si ripartisse dalla D o dalla C. Andrebbe a titolo gratuito al Comune soltanto in caso di clamoroso fallimento, dal momento che l’accordo per la cessione a prescindere – a titolo gratuito – non  è mai avvenuta. Ovviamente tutti ci auguriamo avvenga la cessione in tempi record e non si ponga affatto un problema che sarebbe antipatico e riaprirebbe una vecchia ferita.