Parla Massimo Mariotto: elogio al collega Fabiani, stoccata all’ex presidente
“Ero presente a Venezia, devo dire che ho visto da subito una Salernitana organizzata e desiderosa di riscattare la partita contro l’Empoli. Già a cospetto dei toscani, al netto di un avvio di partita assolutamente negativo, i granata erano stati altamente performanti nel secondo tempo come testimoniato dai due gol e dalle tante occasioni costruite. In laguna era uno scontro diretto da sei punti, perdere significava distaccarsi dalla zona salvezza alla vigilia di due partite obiettivamente complicate. Reagire ad uno svantaggio immediato e immeritato è da gruppo che ci crede, bravo anche l’allenatore a trasmettere la mentalità giusta. Ora il derby con il Napoli: se il Sassuolo e l’Empoli vincono a Torino con la Juventus, perchè non possiamo sperare in un colpaccio dei granata? E’ una gara che si prepara da sola, la spinta dell’Arechi è una componente che dovrà fare la differenza non solo domenica prossima ma anche per tutto l’arco di un campionato che vedrà la Salernitana combattere fianco a fianco con almeno altre sei squadre”. Così l’ex direttore sportivo della Salernitana Massimo Mariotto, presente sugli spalti del Penzo martedì sera e salutato con affetto da molti tifosi granata.
Si chiede al ds come ci si debba comportare quando un dirigente chiude una trattativa e un allenatore fornisce indicazioni contrarie, come accaduto a Salerno con i centrocampisti Matteo Ricci e Nicolas Viola: “E’ una bella domanda, la risposta non è semplice. E’ ovvio che un dirigente debba confrontarsi con lo staff tecnico, cercando un punto di incontro che consenta di dialogare in serenità per tutto l’arco della stagione. A noi spetta individuare calciatori che siano adatti al sistema di gioco dell’allenatore, ma quando il mercato ti offre la possibilità di portare a casa un atleta bravo…non devi farti scappare l’occasione! Ritengo, comunque, che la Salernitana abbia un organico di livello rispetto all’obiettivo salvezza, non a caso ha messo in difficoltà corazzate come l’Atalanta raccogliendo meno di quanto meritasse. Paghi un po’ il salto di categoria, è inevitabile. Ma pian piano vedrete che vi toglierete soddisfazioni. Occorre pazienza e capacità di gestire le sconfitte”.
Infine su Lotito e sulla scelta di affidarsi al trust: “Quando è finito il campionato di B, tutti sapevano ci fosse un problema da affrontare e da risolvere in tempi brevi. Evidentemente nessuno era disposto ad offrire la cifra elevata che chiedeva e si è affidato ad un qualcosa di assolutamente legittimo e di rischioso allo stesso tempo. Ha giocato d’azzardo. Solitamente gli gira bene, stavolta secondo me non si aspettava un epilogo così ricco di punti interrogativi. Alla scadenza prevista dalla Federazione mancano poche settimane, chi compra legge la classifica e sa che dovrà investire abbastanza nel mercato invernale. Dovrà prevalere il buonsenso per salvaguardare la passione della gente e i sacrifici di chi ha vinto il torneo cadetto”.