
La direzione di Fabbri ha lasciato scontenti i tifosi granata, tanti gli episodi a favore degli azzurri.
In passato ogni sconfitta era occasione per allestire salotti televisivi e scagliarsi contro gli arbitri. Basta fare un rapido giro su youtube per trovare i pianti continui di alcuni sedicenti operatori dell’informazione che non vogliono arrendersi all’evidenza: il Napoli, tolti gli anni d’oro legati a Maradona, è una normalissima squadra di serie A che non vince lo scudetto semplicemente perchè le altre sono nettamente superiori. E sarà così anche stavolta. Ciò detto, notiamo che negli ultimi mesi nessuno rimarca con altrettanto vigore che il vento sia cambiato. Nel dubbio le giacchette nere fischiano sempre a favore degli azzurri, come testimoniato anche da una statistica che vede il Napoli primeggiare per rigori a favore. Ben sette, di cui l’ultimo inesistente contro il Bologna. Ieri Fabbri è stato all’altezza dei suoi predecessori e ha agevolato l’immeritato successo partenopeo con una serie di sviste che hanno pesato e non poco sul risultato finale. Anzitutto una premessa su Osimhen. In tanti dicono che la sua assenza abbia pesato moltissimo, vorremmo ricordare che in Napoli-Bologna l’attaccante aveva colpito un avversario con una gomitata a palla lontana e che, regolamento alla mano, dovesse essere espulso. Naturalmente il VAR non è intervenuto. Ieri, invece, è accaduto un po’ di tutto. Fughiamo il campo da dubbi: l’espulsione di Kastanos è giusta, il gol è regolare. Davvero fortunato l’inguardabile Napoli di ieri, dal momento che Strandberg tiene in gioco il calciatore in maglia bianca per questione di millimetri. Un replay da dietro la porta mostra invece una gamba tesa di Zielinski nel tentativo di andare a contrasto con Zortea: visuale che può risultare ingannevole, i due non si toccano ma resta un minimo sospetto.
Altrettanto giusta l’espulsione di Koulibaly: netta la trattenuta ai danni di Simy, il calciatore ha poi indispettito il pubblico con le sue proteste e con un atteggiamento indolente che lo ha spinto a lasciare il campo con lentezza senza che gli assistenti o il quarto uomo dicessero mezza parola. Nessuno ha invece sottolineato che Lozano dovesse essere espulso molto prima. Nel tentativo di anticipare Di Tacchio, infatti, l’estroso esterno messicano lo ha colpito con una violenta gomitata: Fabbri era ad un metro e non ha adottato nessun provvedimento disciplinare, una scelta inaccettabile. Così come è inaccettabile non ammonire Fabian Ruiz al 13′ per un fallo tattico su Kastanos in ripartenza nè Politano che, nel giro di trenta secondi, prima simula un contatto mai avvenuto e poi protesta in modo plateale andando muso a muso con Ranieri. Non ci stancheremo mai di dire che l’arbitro che incide per davvero non è quello che nega un rigore o convalida una rete irregolare, ma chi applica un metro di giudizio diverso a seconda del colore della maglia. Ieri al Napoli è stato perdonato tutto, anche costanti perdite di tempo. Ci sarebbe da riflettere anche sul recupero. Si sono persi 2 minuti per rivedere il gol del Napoli, 3 per l’infortunio a Di Tacchio, altrettanti per l’espulsione di Koulibaly. Aggiungiamo i tanti cambi e possiamo dire senza timore di smentita che i sei minuti siano stati decisamente pochi.
FOTO BRUNO MAFFIA