L’allenatore della Salernitana, Davide Nicola, è intervenuto nella consueta conferenza stampa post-partita per parlare del pareggio della sua squadra contro il Sassuolo, col risultato di 2-2.
Queste le dichiarazioni del tecnico granata: “C’è rimpianto, col Bologna forse ancora di più di oggi. Tra oggi, col Bologna e col Milan si poteva ottenere qualcosa di più. La squadra però gioca e ha coraggio. Abbiamo fatto 25 minuti di qualità assoluta. Poi ci sono stati 15 minuti di difficoltà dovuti a questo uno-due subito, che è da mettere in conto perchè vogliamo fare un gioco propositivo ed essere aggressivi ma commettiamo ancora degli errori. Sto lavorando con questi calciatori da meno di un mese e sono ragazzi venuti ad accettare una sfida interessante, si sono portati avanti anche una condizione non ottimale e stanno lavorando alla grande. Si percepisce che ci stiamo mettendo anima per cercare di portare avanti questa missione e questo mi rende orgoglioso e soddisfatto. Certo dobbiamo migliorare in alcune cosa, adesso però c’è una squadra che ha voglia di vincere e cerca di rappresentare al meglio la gente che rappresenta. Credo che non manchi molto alla prima vittoria”.
Cosa manca ancora?
“L’equilibrio in alcune letture, la capacità di saper gestire la velocità del gioco e la lettura tattica. Per esempio nei primi minuti non ci siamo preoccupati troppo della posizione di Raspadori tra le linee e riuscivamo a contenere bene ed essere aggressivi. Poi abbiamo iniziato a lavorare nelle coperture per cercare di schermare Lopez e poi uscire anche sui centrali. Per caratteristiche e durata dell’incontro non si può chiedere sempre alle punte, avviene solo in determinate posizioni. Poi devono essere i mediani ad aggredire e quindi la linea difensiva deve accettare l’uno contro uno. Questa squadra però rende meglio quando è aggressiva, è successo anche contro l’Inter nei primi minuti quando abbiamo accettato di giocarci la partita abbiamo subito meno rispetto agli ultimi minuti quando abbiamo pensato più a chiudere gli spazi. Questa è la strada da intraprendere. Ci sono giocatori che devono entrare ancora in condizione, da qualcuno pretendo ancora di più ma ci arriveremo. Qualcuno vede un’occasione persa, io lo reputo un passo avanti in un processo di miglioramento perchè è la terza partita su quattro che facciamo punti contro squadre che lavorano insieme da tanti anni”.
Quando dice che vuole qualcosa di più da certi calciatori, a cosa si riferisce?
“Deve completare un percorso che lo possa portare ad esprimere se stesso in maniera più arrembante e coraggiosa nell’interpretazione delle gare. Abbiamo perso comunque tre giocatori in difesa, c’era Ruggeri che non giocava da tempo e doveva marcare Berardi. Ha fatto comunque passi da gigante, potrà essere una risorsa come Gyomber che ha fatto bene. Le cose non possono essere perfette dopo un mese, l’intenzione però è perfetta”.
Non vuole parlare di ultima spiaggia ma che valutazione dà a questa situazione?
“Non parlo di ultima spiaggia perchè non ci credo. A meno che non ci siano più le condizioni per recuperare e competere. Per acquisire determinate competenze ci vogliono anni di lavoro, noi siamo insieme da meno di un mese. Quando parlo di intenzione perfetta, mi riferisco al fatto di impiegare più giocatori offensivi possibili. In alcune partite poi non riesci ad esprimerti ed ecco che ci sono i compagni. Quando sono venuti qui nessuno credeva di farcela, si parlava di percentuali bassissime, non credo neanche a questo. Io mi immergo in un lavoro e penso sempre di farcela e questo mi ha sempre ripagato in carriera. È importante trovare la vittoria per dimostrare che quello che stai facendo è molto buono. Anche oggi abbiamo avuto le possibilità di vincere con molte occasioni. Non siamo stati passivi, questa è l’unica strada che abbiamo per la rincorsa”.
Perchè Veseli e non Zortea?
“Li alleno tutti i giorni, Veseli prima di una lettura non ottimale stava facendo una partita buona. C’era anche nei primi minuti quando stavamo giocando bene. Zortea è un giocatore interessante che deve maturare tatticamente, ha grandi potenzialità ma non è un terzino destro. Va bene quando c’è da rischiare. Quando cambi tre difensori su quattro si va anche a considerare l’attacco del Sassuolo. Tra i due terzini uno aveva più compiti offensivi e l’altro doveva dare più equilibrio. Nel momento in cui cambia la strategia del campo, siamo pronti a mettere anche otto attaccanti ma ci vuole sempre equilibrio”.
Oggi c’erano in campo 7 della vecchia guardia, 6 dei nuovi erano in panchina. Non c’è l’Instant Team?
“L’Instant Team è in funzione di costruire una squadra con calciatori che hanno accettato di venire in questo contesto per giocarsi questa sfida, compreso l’allenatore. In poco tempo dovevano essere competitivi e questo è stato già dimostrato, noi vogliamo fare di più ovviamente. Io ho un gruppo di lavoro, se potessi li farei giocare tutti. Non esistono vecchi e nuovi, la squadra dimostra di credere in quello che fanno”.
Parla spesso di aggressività e idee, oggi abbiamo visto poco. Non ci siamo accorti neanche della superiorità numerica. La vera Salernitana è quella che domina il Sassuolo all’inizio o quella che sbanda e crolla psicologicamente?
“Credo che la Salernitana nei primi minuti ha avuto qualità e idee. Rispetto alla squadra di prima forse ci sono più idee ed è cambiato l’atteggiamento. Sono migliorati tutti i numeri. È una Salernitana che non ha ancora equilibrio nelle due fasi. Il fatto di voler rappresentare a questa piazza la voglia di fare questa missione, ci mette nelle condizioni di subire dei contraccolpi psicologici all’interno della stessa partita. La Salernitana quindi è tutta quella che abbiamo visto, anche quella di voler gettare il cuore oltre l’ostacolo ma con più confusione. Io mi sono accorto della superiorità numerica, in diversi ambiti. Mi sono anche accorto di quanto sia importante poter lavorare con una squadra per un periodo lungo di tempo. Si usa meno energia e più qualità. Il punto può valere poco o tanto, abbiamo affrontato squadre molto più avanti in classifica ma non ho visto grosse diversità. Prima che arrivassi io si pensava di non avere chance, noi pensiamo di fare punti per fare vedere di credere in quello che facciamo. La differenza sta anche nei potenziali recuperi da giocare. Noi dobbiamo fare punti e farci trovare pronti. Quando ci sarà il dentro o fuori determinante vuol dire che avremo fatto bene”.
Ruggeri poteva essere sostituito prima?
“Si è vero ma non volevo sprecare subito un cambio per un terzino. Io i cambi li fare esclusivamente per attaccanti e centrocampisti di inserimento. La sua partita è stata importante, può fare molto di più e speravo che tenesse fino alla fine così da poter mettere magari anche Mikael. Voglio di più anche da chi entra anche se Ranieri veniva da una settimana non facile”.
Tre punti in quattro gare, si aspettava questo?
“Per fare punti devi avere un’identità e un gioco. Non mi aspettavo che i calciatori apprendessero subito le nostre idee anche se non lo fanno con continuità. Forse ci mancano dei punti soprattutto in riferimento alla partita di Bologna, ci aspettavamo e volevamo due punti in più. Ma li potremmo raccogliere in altre partite, anche in gare apparentemente complicate. Mi aspetto comunque il lavoro maniacale dei ragazzi. Quando raggiungeremo il giusto equilibrio e saranno tutti al top potremo fare punti con tutti”.
Un giudizio sulla prova di Coulibaly e quali sono le condizioni di Ederson?
“Difficile che a qualcuno non possa piacere Lassana Coulibaly, è l’esempio classico di voglia, determinazione, abnegazione ed entusiasmo. Per me sono bravi tutti i centrocampisti, alcuni hanno però una condizione migliore. Ederson è cresciuto a dismisura e stiamo cercando di portare avanti anche gli altri perchè tra poco giocheremo ogni tre giorni. La società e il direttore hanno costruito un gruppo in poco tempo con grandi valori morali. Dimostreranno di essere giocatori importanti, questo non può accadere in tre settimane. Ederson ha sentito un indurimento”.