Davvero ingiusto preparare una partita così importante in queste condizioni, il Napoli trarrà enorme vantaggio dalle disgrazie granata.
Nell’epoca in cui la salute viene messa in secondo piano rispetto al covid, è tempo di tirare una linea e dire basta. Perchè siamo tutti profondamente innamorati di questo sport, ma non possiamo assistere passivamente ad un qualcosa che, con il calcio e i suoi valori, non c’entra assolutamente nulla. Chissà perchè in altre categorie non si siano fatti scrupoli a fermare tutto a tempo indeterminato, come se il campionato femminile o giovanile fosse figlio di un dio minore. Vergognoso. Così come è vergognoso che la Lega A vinca un ricorso contro le ASL in periodo di pandemia, un qualcosa passato colpevolmente sotto traccia. Ma vi pare possibile che le autorità sanitarie, chiamate a gestire una situazione d’emergenza senza precedenti e a tutelare la salute di milioni di persone, debbano sentirsi fare la morale da Dal Pino e Gravina? Quelli che hanno cambiato tre protocolli in tre settimane falsando uno dei campionati più brutti in assoluto? La Salernitana, ovviamente, è vittima sacrificale. Prima la minaccia di non iscriverla, poi di estrometterla, ora l’obbligo di andare a giocare a Napoli perchè i negativi – pur non convocabili – abbassano l’oramai famosa quota del 35%. E chi se ne frega se poi un calciatore con zero allenamenti sulle gambe o reduce da un infortunio debba correre per 95 minuti mettendo a repentaglio la propria salute. Tutto mentre il giudice sportivo assegna incredibilmente la sconfitta a tavolino e il -1 per il caso Udinese dando però ragione al Bologna per una situazione praticamente identica. Anzi, meno grave, visto che i calciatori rossoblu non avrebbero dovuto viaggiare per l’Italia prendendo aerei e alloggiando in alberghi affollati. E poi la Lega A che spalleggia il Venezia per un ricorso che, stavolta, non indigna nessuno. L’anno scorso, per il caso Salernitana-Reggiana (a proposito, in quel caso gli amaranto non ebbero alcuna penalizzazione) ci fu una protesta collettiva a livello nazionale, ci mancava solo l’interrogazione parlamentare. Il mostro in prima pagina, stampa scatenata e un “vergogna, dovevate accettare il rinvio della partita”. Benissimo: ora si chieda ai cugini di venire incontro alle esigenze dei corregionali e di rinviare la partita a data da destinarsi. Naturalmente è una provocazione, visto che oggi ognuno pensa ai fatti propri. Figuriamoci una squadra che, come sempre, rischia di non vincere nulla e che, dopo le brutte figure interne con Empoli e Spezia, potrà approfittare del dramma granata per tre punti scontati. Per la serie “Ti piace vincere facile”, come recitava uno spot pubblicitario.
In attesa di capire se alcuni opinionisti partenopei, quelli che spesso si vestono da prefica piangendo anche solo per un fallo laterale invertito (dimenticando i tanti favori arbitrali e che rigiocarono una gara con appena due assenze), saranno solidali con la Salernitana ammettendo che il derby sia falsato (come all’andata, in quel caso dall’arbitro Fabbri), lanciamo una proposta: la Salernitana scenda in campo con la Primavera. Questo manipolo di bravi ragazzi avrà la possibilità di esprimersi in uno stadio importante, il passivo rotondo potrebbe spingere le dirette concorrenti degli azzurri a gridare allo scandalo e, soprattutto, nessuno degli over granata rischierà la salute e si potrà preparare il doppio confronto con Spezia e Genoa con una rosa presumibilmente completa e certamente arricchita da almeno sette innesti. Ad oggi l’Instant Team non ha prodotto ufficialità ,ma siamo fortemente convinti che Iervolino sia potenzialmente uno straordinario presidente e che si sia affidato ad un ottimo direttore sportivo. Considerando che eravamo abituati alla riserva laziale o al Kristoffersen di turno annunciati il 31 gennaio, vogliamo davvero non dare tempo e fiducia da un tandem che, venti giorni fa, avevamo soltanto sognato? I rinforzi arriveranno, sarà una Salernitana che venderà cara la pelle si spera accompagnata dai tifosi. Quelli che, rispetto a questi soprusi, assieme a tutto l’ambiente mostrano un atteggiamento meno rabbioso. Un tempo era “guai a chi tocca la Salernitana”, con tante manifestazioni di dissenso naturalmente civili e corrette. Oggi sembra quasi che ci si incazza e si mostra dissenso solo se bisogna attaccare presidenti, allenatori e giocatori chiudendo un occhio per chi, quasi appoggiato dagli “anti Lotito a prescindere”, non perde occasione per sparare sulla croce rossa. O forse abbiamo già dimenticato l’anomalo fallimento del 2005, i playoff con Verona e Genoa, lo 0-3 di Terni, la retrocessione del 1999 e anni e anni di torti arbitrali? Quando potremo vedere una piazza tutta unita a tutela della Salernitana con la stessa rabbia che ha accompagnato la protesta, ad esempio, sulla multiproprietà? Si invocava la D pur di “liberarsi dai romani”, oggi gli stessi protagonisti della vicenda stanno scrivendo una pagina oscena del calcio italiano nell’indifferenza generale. Un primo segnale sarebbe quello di spegnere, tutti, la tv domenica e non partecipare nemmeno a distanza ad un derby dal sapore della vergogna.