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Straordinaria partecipazione popolare di una tifoseria che, quando vuole, fa la differenza. Meraviglioso l’abbraccio finale con Ribery e gli altri leoni in maglia granata.

Un sabato straordinariamente emozionante. Non da “tutto esaurito”, ma con la presenza di quei tifosi che hanno deciso di esserci fino alla fine non per la categoria, ma per lo smisurato amore nei confronti della Salernitana. Se finalmente è arrivata la prima vittoria stagionale in uno scontro diretto come quello col Genoa, buona parte del merito va attribuita al fattore dodicesimo uomo. Perchè all’Arechi il tifoso non è mai un semplice spettatore pagante che fa da cornice all’evento agonistico, ma una componente imprescindibile che consente ai calciatori di andare oltre la fatica e di combattere su tutti i palloni. Non è assolutamente casuale che il gol della vittoria sia arrivato sotto la Sud, una testata di Djuric che ha fatto impazzire il pubblico e fatto rivivere scene che questa maledetta pandemia ci aveva sottratto. “Siamo quelli di sempre, portiamoli al successo. La Salernitana siamo noi” il diktat dei capi ultras poco prima dell’ingresso in campo delle squadre, poi il coro “State tutti attenti che…” ha squarciato il silenzio e coinvolto pure i supporters assiepati nei distinti o in tribuna. Un clima commovente, bellissimo, al punto che anche Castori ha ammesso in conferenza stampa che “l’apporto della gente è fondamentale, la tifoseria ci ha mostrato vicinanza anche dopo quattro sconfitte consecutive e avvertiamo la voglia di tutti di difendere la categoria assieme a noi. L’amore dei salernitani per la squadra di calcio è immenso, la loro spinta costante è un valore aggiunto e un punto di forza”. E quando mancavano cinque minuti alla fine della gara e i calciatori avvertivano un pizzico di paura, in 10mila hanno iniziato a cantare e sventolare bandiere. Tutti in piedi, tutti desiderosi di abbracciarsi per celebrare il primo trionfo. “Bisogna vincere, e tutti insieme vincerem” e via con una bolgia infernale quanto mai trainante e decisiva, proprio come mister Ballardini aveva previsto. E riascoltare “Vattene Amore” con i giocatori sotto la Sud è stato fantastico, in A non accadeva dal 1999. La salvezza passa dall’Arechi, su questo non ci sono assolutamente dubbi. E proprio per questo l’amministratore unico Ugo Marchetti, intrattenutosi all’esterno dello stadio con alcuni componenti del club Mai Sola, ha promesso che ci saranno alcune iniziative con annesso abbassamento dei prezzi. Forse già a partire dal match con l’Empoli che mette in palio altri tre punti di platino.

Articolo a cura di Gaetano Ferraiuolo, foto di Carlo Giacomazza