Prima la sconfitta col Venezia, poi una partitaccia col Cagliari coincisa con un altro ko che, indirettamente, fa tanto male anche alla Salernitana.Non si può certo dire che il Torino sia un grande alleato dei granata del Sud. -10 dalla zona salvezza dopo aver sprecato gare ampiamente alla portata come quelle con Spezia, Genoa e Bologna sa tanto di condanna, anche i più ottimisti sembrano rassegnati al peggio e invitano la proprietà a programmare in largo anticipo un futuro importante e vincente, possibilmente con la stessa guida tecnica e il medesimo direttore generale. Certo, la matematica non ha ancora condannato la Salernitana e ci sono tanti punti in palio per tentare l’impresa del secolo, ma il calendario prevede sfide difficilissime e una serie di trasferte sulla carta da zero punti, salvo miracolo sui campi di Inter, Juventus, Roma e Atalanta. Senza dimenticare che all’Arechi ci saranno il sorprendente Sassuolo di Dionisi e una Fiorentina in lotta per le zone europee. Ci crederemo fino alla fine, sia chiaro, perchè il gruppo di Davide Nicola sta onorando la maglia disputando delle gare di grandissimo cuore e sacrificio. Non basterà, probabilmente, ma dal primo gennaio è stata ritrovata la dignità sportiva e ci sono comunque i presupposti per rialzarsi immediatamente.
Ma a cosa aggrapparsi per tenere accesa la fiammella della speranza? Ai due recuperi. Ma, considerati i reclami del Venezia e le possibili rimostranze dell’Udinese, c’è il rischio concreto che la Lega A disponga la disputa delle partite ad aprile inoltrato, quando purtroppo la situazione potrebbe essere drammaticamente compromessa. E così è il tempo a giocare un ruolo determinante, di vitale importanza: la Salernitana potrà giocarsela con tutte senza il fardello della prematura rassegnazione se le daranno la possibilità di affrontare Udinese e Venezia a stretto giro di posta, senza perdersi in cavilli burocratici totalmente a danno della Bersagliera. Ma, in merito, i legali possono farci ben poco. Non resta che aspettare i prossimi verdetti sognando un miracolo a San Siro che trasformerebbe la “depressione” odierna in un entusiasmo dilagante.