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Il direttore generale lascia da vincente nonostante le critiche sui social. Il rapporto con la piazza ai minimi termini ha spinto Iervolino ad esonerarlo  dopo aver riflettuto sulla possibilità di dargli un altro ruolo. Ma il presidente non si faccia trasportare dagli umori della piazza.

Esattamente 8 anni dopo il suo ritorno, Angelo Fabiani non è più il direttore sportivo della Salernitana. Nel tardo pomeriggio di ieri, il presidente Danilo Iervolino ha ribadito telefonicamente quanto detto nei giorni precedenti raggiungendo l’accordo per la risoluzione del contratto in scadenza a giugno del 2023. Lascia il dirigente più longevo e vincente della storia granata, con tre promozioni, una coppa Italia in bacheca e un ruolo da factotum che lo ha spinto a fungere da parafulmine e ad assumersi responsabilità che andavano ben oltre i suoi compiti. Come detto anche nei giorni scorsi, Fabiani ha avuto un ruolo importante quest’estate, quando era concreto il rischio di non essere iscritti al campionato ed è intervenuto in extremis assieme all’avvocato Silvia Morescanti sistemando la grana trust. “A Salerno dovrebbero dire grazie ad Angelo Fabiani, oggi la Salernitana è in serie A e credo che il suo lavoro vada elogiato sotto tutti i punti di vista” disse il presidente della FIGC Gabriele Gravina ad Agropoli in un convegno tenutosi qualche mese fa. Sempre su indicazione dell’oramai ex ds è stata realizzata una struttura polifunzionale – il Mary Rosy – diventata nel tempo la vera e propria casa della Salernitana che, fino a pochi anni fa, per allenarsi era costretta a peregrinare in giro per la provincia senza avere punti di riferimento. E ancora il lavoro a fari spenti in seguito al famoso caso Foggia del 2019 e la gestione perfetta del gruppo in piena pandemia e con tantissime incognite legate al Covid. Elementi che avevano spinto Iervolino a valutare anche un ruolo differente rispetto al passato, almeno fino a giugno, ma poi è prevalsa la linea della discontinuità. Si spera che il nuovo patron abbia preso questa decisione per motivi esclusivamente tecnici e non condizionato dalle contestazioni della piazza che, per la verità, si sono consumate soprattutto a mezzo social. “Ma il gradimento per un professionista non si valuta per ciò che scrivono su facebook: i tifosi sono un’altra cosa e i risultati sono sotto gli occhi di tutti” ha detto in merito l’ex ds granata Giuseppe Cannella. Ora, però, è tempo di guardare avanti e c’è da discutere anche del prossimo allenatore.