. . .

Il francese, soprattutto nel primo tempo, non ha giocato una grandissima partita, ma è cresciuto nella ripresa e ha lottato fino all’ultimo secondo. E poi…tutti sotto la Sud! La curva ha stregato il fuoriclasse.

Determinante, trascinatore, umile, carico, motivato, desideroso di rimettersi in discussione a 38 anni in una squadra di bassa classifica e senza un presidente alle spalle. E dovrebbe solo chiedergli scusa chi ha parlato di “ex giocatore”. Franck Ribery, anche al 30%, è devastante e a la differenza. Il suo approccio nel mondo granata è stato impressionante, una mentalità che ha consentito anche ai compagni di squadra di acquisire coraggio in partita e motivazioni aggiuntive negli allenamenti settimanali. Era reduce dalla mancata convocazione per la sfida col Sassuolo a causa di un piccolo problema muscolare, ma nei giorni successivi ha lavorato al 100% lasciando a bocca aperta staff medico e allenatori per la capacità di recupero e per la voglia matta di contribuire alla salvezza della Salernitana. Quasi come fosse un ragazzino alle prime armi che vuole farsi notare per fare carriera. Ieri, per 45 minuti, ha giocato meno bene rispetto ai match con Atalanta e Verona, eppure la sola presenza in campo intimorisce gli avversari e consente di alzare il baricentro e creare un maggior numero di occasioni. Non è un caso che, dal suo avvento in poi, statistiche impietose e negative si siano totalmente ribaltate, al punto che lui risulta il migliore quanto a scatti sul lungo. Quando venerdì mattina ha saputo che avrebbe giocato dal primo minuto, avrebbe potuto rilassarsi e vivere un pomeriggio in totale relax. Invece ha contattato personalmente un preparatore atletico per svolgere un’ora di allenamento atletico sotto il sole, in totale solitudine, senza mollare un centimetro. Da brividi. Un insegnamento per tanti calciatori giovani alle prime armi che, per un gol decisivo o mezza giocata di classe, chiedono milioni di euro. Vederlo rincorrere l’avversario al 95′, stremato, ha scatenato l’entusiasmo di una tifoseria che lo ha accolto alla grande acuendo il suo senso d’appartenenza e la voglia di non mollare. Anche dopo due 0-4 consecutivi che potevano spingere un fuoriclasse a dire “ma chi me lo fa fare?”. Invece eccolo lì, a battere le mani sul petto e a richiamare i compagni affinché ringraziassero i tifosi accorsi sugli spalti godendosi cinque minuti di apoteosi granata. Semplicemente fantastico! E, senza nulla togliere a Di Tacchio e Gyomber, sarebbe doveroso affidargli la fascia di capitano.

 

FOTO CARLO GIACOMAZZA PER IOTIFOSALERNITANA