
Nel 2006 un arbitraggio a senso unico consegnò ai liguri del ds Fabiani la qualificazione alla finale playoff. C’è un motivo in più per scendere in campo con spirito battagliero.
A distanza di 15 anni, il Genoa tornerà a calcare il manto erboso dell’Arechi. L’ultima volta fu il 28 maggio del 2006, quando i granata si giocavano gli spareggi playoff anche grazie alla penalizzazione inflitta al Teramo. Sugli spalti, dopo mesi di vuoto dettati dalla querelle “palla di pezza”, si rivide il pubblico delle grandi occasioni: quasi 22mila paganti, due scenografie da brividi in curva Sud, un tifo assordante e una spinta che poi si rivelò decisiva ai fini del risultato. La doppietta in grande stile di uno scatenato Emanuele Ferraro fece impazzire di gioia il popolo granata, la B sembrava davvero ad un passo e si sperava che il match di ritorno a Marassi fosse una mera formalità. In realtà le cose andarono diversamente. Al 94′, mentre l’Arechi cantava e sventolava bandiere, il signor Velotto di Grosseto abboccò al tuffo plateale di Marco Rossi fischiando un rigore a favore degli ospiti, scortati anche da un nutrito gruppo di supporters napoletani. Stellini fu implacabile dal dischetto, ma Rossi uscì dal campo contestato dai suoi ex tifosi al pari di un Zaniolo molto nervoso e che, qualche tempo dopo, ha chiesto pubblicamente scusa per un atteggiamento giudicato troppo aggressivo. Quel Genoa vinse 2-1 il match di ritorno quasi in zona Cesarini e, pur soffrendo, trionfò in finale a cospetto di un Monza che non era ostacolo insormontabile. Il ds dei liguri era proprio Angelo Fabiani che, di fatto, aggiunse alla collezione un’altra rocambolesca promozione. “Ricordo l’Arechi dell’anno scorso ed è uno stadio che determina. Vederlo così vuoto oggi fa male, il mio primo obbligo morale è riempire lo stadio” dichiarò nel giorno della sua presentazione a Salerno. E la mente dei tifosi, ancora scottati da quei torti arbitrali, vola inevitabilmente a quel pomeriggio comunque ricco di emozioni.