Tanti dubbi sulla gestione di questi giorni, Marchetti è caduto in alcune contraddizioni. Ma ora è tempo di sostenere la Salernitana!
Da un lato l’amministratore unico Ugo Marchetti che sostiene di essere “un traghettatore che deve far quadrare i conti ed occuparsi della gestione economica del club in attesa della cessione”, dall’altro il direttore generale e factotum Angelo Fabiani che, fino a pochi giorni fa, aveva blindato lo staff tecnico assicurando che Castori e i suoi collaboratori godessero della più totale fiducia. La domanda, dunque, sorge spontanea: chi ha deciso di esonerare Fabrizio Castori? Marchetti, che nelle ultime settimane ha perso un po’ di gradimento negli ambienti del tifo granata, ha parlato di “scelta condivisa”, ma voci di corridoio parlano d un Fabiani che, fino alle 17 di domenica pomeriggio, avrebbe provato a ricucire lo strappo e a riconfermare Castori. Altre fonti attendibili, invece, assicurano che Stefano Colantuono avesse già firmato il contratto almeno un’ora e mezza prima, come rilanciato da numerose testate locali e nazionali. Altra certezza: il Generale spingeva per le dimissioni, un po’ come lasciato intendere in diretta tv già nella settimana pre Genoa, in cui il trainer marchigiano lo invitò a “lavare i panni sporchi in famiglia e parlare in faccia al diretto interessato”.
La piazza si è divisa: c’è chi reputa giusto l’esonero dopo aver collezionato sei sconfitte su otto, chi indicava in Castori l’unico in grado di compiere un altro miracolo sportivo dopo l’impresa dell’anno scorso. E la foto che lo ritrae in solitudine su una panchina, visibilmente contrariato, ha alzato il suo indice di popolarità spingendo migliaia di supporters granata a manifestargli affetto e riconoscenza. Ora il futuro si chiama Stefano Colantuono, allenatore che a Salerno ha avuto un percorso agrodolce: una salvezza tranquilla con una rosa obiettivamente mediocre nel 2017-18, dimissioni per problemi familiari (e dopo tre sconfitte di fila, ma con classifica interessante) la stagione successiva ma rapporto comunque ottimo con la proprietà uscente e l’attuale dirigenza. Avrà una grande occasione, quella del definitivo rilancio. Ed è superficiale rimarcare fosse fermo da qualche anno: fino a poche stagioni fa si parlava di lui come ottimo allenatore, ha circa 250 panchine in serie A e ha avviato il grandissimo ciclo dell’Atalanta plasmandola a sua immagine e somiglianza prima dell’epoca Gasperini. I tifosi risponderanno ancora presente all’appello: saranno in circa 10mila sabato con l’Empoli, 700 a Venezia per un totale di novemila persone in cinque trasferte. Impressionante. Con l’attesa per un cambio di società che tarda ad arrivare e che, ad oggi, non è scontato. Non per le fake news dei soliti noti che a Salerno si divertono da tempo parlando di trattative e rifiuti inesistenti, ma per la volontà dei trustee di tutelare i disponenti incassando quanto stabilito senza un euro in meno. Ma, con una squadra ultima e un obbligo di cedere, il prezzo lo farà inevitabilmente chi acquista.