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Tutto in alto mare, cessione in stand by: si rischia esclusione il prossimo 31 dicembre.

Secondo indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione, non ci sono notizie particolarmente confortanti in casa Salernitana. Almeno per quei tifosi che speravano di conoscere il nome del nuovo proprietario già nella giornata di oggi, quando i trustee dovrebbero “comunicare le determinazioni”. Nella serata di ieri, intorno alle 20, è arrivata in Federazione una Pec che attesta due cose: la presenza di tre cordate interessate a rilevare la Salernitana ad una cifra nettamente inferiore ai 42 milioni di euro originariamente pattuiti dal perito esterno (una italiana, due straniere) e l’assenza di caparra che trasformi una potenziale operazione in una trattativa vera e propria tale da sottoscrivere un preliminare e ottenere, eventualmente, la proroga di 45 giorni. Solo in quel caso, come noto, non scatterebbe in automatico l’esclusione dal campionato di serie A, la FIGC non vuol sentir ragioni in questo senso. Fosse confermata la notizia, che arriva da fonti autorevoli, è evidente che la situazione si complicherebbe ulteriormente. E non è un caso che ieri sera il tecnico Stefano Colantuono abbia rilasciato quelle dichiarazioni in diretta tv nazionale lanciando un campanello d’allarme a nome di tutta la squadra. Non sorprenderebbe nemmeno se i calciatori si stiano già guardando attorno per trovare adeguata sistemazione a gennaio.

Tornando alla vendita, i punti di scontro sono fondamentalmente due. Per la Federazione, infatti, la cordata romana apparentemente in pole non ha soddisfatto in pieno i requisiti di indipendenza ritenuti determinanti per procedere. Almeno fino a questo momento. In secondo luogo c’è una visione differente sul termine “solidità finanziaria”: ai trustee, che hanno obbligo di cedere le quote dei disponenti, interessa soddisfare le esigenze della proprietà uscente senza necessariamente verificare l’effettiva capacità di portare avanti il club nel migliore dei modi. La FIGC, invece, pretende garanzie diverse, almeno la presentazione di un piano economico biennale che certifichi la possibilità di guidare la Salernitana senza incappare in problematiche future, soprattutto in caso di retrocessione. Da qui la richiesta di versare almeno il 5% della somma subito e il restante 95% entro il 31 dicembre. Ipotesi che, ad ora, sembra obiettivamente utopistica. Al punto che si sta pensando di convocare un’assemblea straordinaria già prima del Consiglio Federale in programma il prossimo 21 dicembre e che vedrà la presenza di Claudio Lotito.

C‘è poi l’iniziativa di questo pool di professionisti salernitani che, dopo aver consultato documenti ufficiali, ritiene di poter rilevare la società ad una cifra nettamente inferiore ai 20 milioni di euro per poi rivenderla al miglior offerente e allo stesso prezzo senza tutte queste lungaggini burocratiche che inciderebbero negativamente anche sul mercato. Ad ogni modo, per logica, è nell’interesse di tutti che la Salernitana partecipi al campionato fino alla fine del girone di ritorno. Immaginate quanti ricorsi ci sarebbero in poco tempo: Benevento, Parma, Crotone, Cittadella, gli stessi ex proprietari potrebbero rivolgersi alla giustizia ordinaria che, tra l’altro, valuterà anche le rimostranze del Bari rispetto al no definitivo alla multiproprietà. Con Marco Mezzaroma che seguirebbe la vicenda in quanto persona direttamente interessata. Torna comunque in auge un gruppo francese legato a Della Valle per motivi, come detto, diversi dal calcio: gli ex patron della Fiorentina non hanno mai trattato l’acquisto della Salernitana, ma hanno avuto rapporti lavorativi con questi professionisti di natura esclusivamente lavorativa e commerciale. Ma anche in questo caso, almeno fino alle 20 di ieri sera, non c’era nessuna offerta vincolante accompagnata da assegni e caparre