L’attaccante è stato un grande flop, l’addio era l’epilogo più scontato.
Simy è un nuovo calciatore del Parma. La notizia è stata confermata pochi minuti fa, ma già questa mattina era circolata sul web una foto che lo ritraeva nella sede della società emiliana pronto a firmare un contratto fino al prossimo 30 giugno con riscatto automatico fissato a 5 milioni in caso di promozione in massima serie. Potrebbe formare con Tutino un tandem offensivo di ex granata, sebbene il talentuoso attaccante napoletano sia stato messo sul mercato e potrebbe partire proprio dopo l’arrivo del centravanti. Si tratta di un autentico e clamoroso flop, lui che era reduce da un biennio magico in terra calabrese culminato con la realizzazione di 40 reti in due stagioni, anche se molte su calcio di rigore. Nessuno, tuttavia, si sarebbe aspettato un rendimento del genere, una media voto bassissima con tanto di fischi copiosi da parte de pubblico. La tifoseria, in estate, seguì la trattativa con grande interesse, sperando potesse firmare e mettersi a disposizione di Castori quanto prima. Dopo un lungo braccio di ferro, la vecchia dirigenza trovò la soluzione giusta e si assicurò le prestazioni di quello che, in teoria, doveva essere il trascinatore della squadra. Invece abbiamo visto, sin dall’esordio di Bologna, un ragazzo svogliato, poco combattivo, sfiduciato, corpo estraneo dentro e fuori il rettangolo verde. Il primo a dirlo fu il Generale Marchetti: “E’ come se non si fosse seduto alla nostra tavola, si isola e non è concentrato su quelli che sono i nostri obiettivi. Per me è una delusione, ma avrà tutto il tempo per riscattarsi. Noi siamo questi, questo gli possiamo offrire e lo facciamo con grande orgoglio. So quanti sacrifici abbiamo dovuto fare per chiudere la trattativa. Ci aspettiamo un rendimento migliore”. Invece un solo gol, a La Spezia, un assist, due reti in fotocopia annullate e tanti 4 in pagella. “Lo stimavo, l’ho seguito. Quello di Salerno non è il vero Simy. Parlerò con lui e con tutti gli altri, serve gente disposta a fare la guerra sportiva” disse Sabatini dieci giorni fa. Ora a Parma avrà la possibilità di dimostrare il suo valore, ma resterà il grande mistero sul perchè i più bravi dimentichino come si giochi a calcio una volta arrivati a Salerno. E non si dica “a Crotone aveva Messias e Ounas”. Qui c’era Ribery, non proprio l’ultimo arrivato.