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Tanta attesa, solo un pari. Ma c’è certezza di un gran futuro a prescindere

Salernitana rammaricata o rinvigorita? Il pubblico ha spinto tanto, ma nel secondo tempo tanti momenti di silenzio.

 

Una partita attesa da due settimane, in un Arechi che a tratti è stato stranamente freddo rispetto agli standard abituali, finisce con un pareggio completamente inutile contro uno Spezia che, in scioltezza e con il minimo sforzo, ha portato a casa un punto che le consente di restare addirittura a +15 dai granata. La sfida tra chi ha operato di più sul mercato e chi non ha potuto fare nulla termina 2-2 e, pur senza voler giudicare nessuno dei calciatori arrivati a gennaio, sono inevitabili delle riflessioni. Partendo da Mousset e Mikael. Sono ragazzi di talento, ci mancherebbe, magari saranno il futuro della Salernitana a prescindere dalla categoria e sono animati da motivazioni maggiori rispetto al Simy svogliato e demotivato visto nel girone d’andata. Ma a questa rosa andava aggiunto, a nostro avviso, anche un bomber di comprovata esperienza, uno capace di far crescere i giovani progressivamente e di decidere le partite importanti con una giocata. Non a caso c’era una trattativa per Diego Costa, uno che avrebbe spostato da subito gli equilibri. Purtroppo, quando sei ultimo con ampio distacco dalla zona salvezza, diventa molto difficile convincere le prime scelte ad accettare, riteniamo sia già un miracolo aver messo a disposizione del tecnico una rosa praticamente nuova di zecca e con calciatori che, se in forma, aumentano e di tanto il tasso tecnico. Il nostro voto al mercato resta assolutamente alto e positivo. Ma, vedendo soprattutto quanto (non) sta facendo lo strapagato Ribery, ci chiediamo: non era preferibile accontentare il desiderio del francese di andar via e investire quanto risparmiato in un bomber?

Se poi Colantuono decide di tener fuori Bonazzoli, uno dei pochissimi che vede la porta, che salta l’uomo, che crea superiorità numerica e che ha trascinato la Salernitana nei momenti più bui, diventa ancora più difficile. Qui non c’è tempo per le questioni di principio, per gli esperimenti, per la crescita di chi deve adattarsi o trovare la forma. Oggi si doveva vincere a cospetto di un avversario modesto, ampiamente alla portata, che non ha mai calciato nello specchio della porta e che, trafitto dopo 3 minuti da un devastante Verdi, doveva uscire dall’Arechi con zero punti. Sembra che il mister, bersagliato sui social, abbia incassato la fiducia del ds Sabatini, stando a quanto detto i cambi contestatissimi di Verdi e Mazzocchi sono stati chiesti dai diretti interessati. Ma inserire Gyomber a 10 minuti dalla fine e non un esterno di ruolo, rinunciare alle due punte, gettare subito nella mischia l’acerbo Mousset e non accorgersi che Radovanovic fosse in debito d’ossigeno (mentre Kastanos stava bene) ha fatto storcere il naso agli undicimila presenti. Lo stesso patron Iervolino non ha lasciato lo stadio propriamente soddisfatto, pur rimettendo tutto nelle mani di una dirigenza che concede l’ultimatum nella partita della vita. Quella da affrontare con spirito battagliero, con maggiore personalità, magari anche accennando qualche protesta plateale o andando a muso duro con l’avversario che perde tempo o l’arbitro che non va al VAR incappando nell’errore da “due pesi e due misure”, come capitato tante volte alla Salernitana. 4 rigori contro due partite sono quasi un record.

Ad ogni modo la certezza di un futuro roseo a prescindere rende questi mesi comunque positivi, è finita si dice alla fine ed è obbligatorio sostenere la squadra e creare un clima positivo, che si distacchi definitivamente dai fantasmi del passato e che veda ogni componente remare nella medesima direzione. La prova d’amore del pubblico (anche se il mancato sold out per una sfida del genere e i tanti silenzi nel secondo tempo hanno sorpreso pure i cronisti di DAZN) sia da monito alla squadra affinché capiscano che l’impresa è ardua, ma non impossibile. Giocando contro Udinese e Venezia e con un potenziale -8 si può tentare quantomeno di rinviare il verdetto della matematica. Ma a Genoa vietato sbagliare, anche un pareggio non servirebbe a nulla. Se non a cambiare allenatore richiamando chi è stato ingiustamente esonerato.