Le parole del politico Fulvio Bonavitacola scatenano l’ira dei supporters granata, ma anche molti giornalisti napoletani stanno criticando la curva Sud dell’Arechi.
Non si placano le polemiche per le dichiarazioni del politico Fulvio Bonavitacola, esponente di spicco della Regione Campania che ha puntato il dito contro la curva Sud dell’Arechi. Il motivo? Gli assembramenti che si creano ogni volta che la Salernitana gioca tra le mura amiche. Addirittura si invoca la revoca della tessera del tifoso, tutto accompagnato dalla promessa di fare battaglia e di lavorare alacremente per individuare i responsabili. Farebbero invece meglio, i politici di oggi, ad ammettere che il Green Pass non è una misura così efficace come si vuol far credere. Se i vaccini sono sicuri e negli stadi entrano soltanto gli “immuni”, che problema c’è se un gruppo di persone, dopo un anno e mezzo di restrizioni talvolta anche opinabili, gode lo spettacolo del calcio in modo attivo? Davvero ci si aspettava che le curve italiane assistessero alle partite in religioso silenzio, come fossero a cinema o a teatro? I politici che rappresentano la Campania si occupassero dei problemi importanti: dalla disoccupazione giovanile alla crisi economica delle famiglie, rizelandosi anche e soprattutto quando c’è folla sui pullman (a causa delle carenze nei trasporti, una loro grossa responsabilità) o in occasione di un comizio pre-elettorale. Molti giornalisti e opinionisti napoletani hanno postato le immagini e i video della “Siberiano” sui loro profili social, attaccando gli ultras senza nemmeno troppi giri di parole. Una sorta di puerile ripicca e risposta alle multe e ai provvedimenti post Napoli-Venezia. Nella circostanza, infatti, pioggia di multe e di Daspo per il mancato utilizzo delle mascherine e per non aver rispettato i posti assegnati nei vari settori. Del resto siamo sempre stati convinti che molti personaggi vogliano cogliere l’occasione per distruggere definitivamente il mondo ultras e quello delle tifoserie. Ricordassero, costoro, che senza gente non c’è calcio e che queste persone, private di sacrosanti diritti e libertà, chiedono solo di tornare alla normalità dopo l’imposizione del Green Pass e la battaglia stile “obbligo morale” per un vaccino sperimentale. Non è questa la sede per dibattere di questioni sanitarie e politiche e l’invito generale è sempre quello di non abbassare la guardia per debellare questa maledetta patologia. Ciò non toglie, però, che alcune dichiarazioni populistiche e superficiali rischiano di gettare benzina sul fuoco e di alimentare un clima da tutti contro tutti che, certo, non aiuta la crescita del Paese in un momento così delicato. Si sottolinei allo stesso modo che la torcida granata, nei mesi più bui, ha dato un contributo notevole in termini di volontariato, beneficenza, raccolte fondi e distribuzione di generi alimentari. E ricordassero, questi signori, che proprio gli ultras di Salerno furono tra i pochissimi, nell’estate 2020, ad evitare ogni sorta di assembramento all’esterno dello stadio “perchè il pallone sta rotolando soltanto per motivi economici, questo finale di stagione non ci appartiene e resteremo a casa. La vera partita è quella della vita, il resto è contorno”.