Il ruolo fondamentale della Platinum Square e del dottor Edoardo Stanchi per la cessione del club in tempo utile e nel rispetto delle regole. Ecco l’intervista rilasciata alla nostra redazione.
Esclusione certa, fallimento, serie D, teste di legno, esclusione pilotata per fare guerra alla Federazione, paletti insormontabili imposti dai trustee e bilanci in rosso. Di voci, in questo mese, ne sono girate veramente tante ed è responsabilità di tutti se la stragrande maggioranza della tifoseria ha vissuto le festività natalizie con un peso sul cuore temendo ripercussioni importanti per la Salernitana. In un momento di confusione totale, tra avvoltoi a caccia di pubblicità e diffamazioni sui social da parte di falsi tifosi in cerca di click, c’è stato chi ha deciso di uscire allo scoperto con coraggio, ma piena consapevolezza per lanciare un messaggio distensivo. Se oggi la Salernitana milita nel campionato di serie A lo deve anche alla Platinum Square che, collaborando con gli ex patron ed i trustee, ha avuto il merito di affidare il club ad un presidente facoltoso, ambizioso e che ha fornito tutte le garanzie richieste. La redazione di IotifoSalernitana ha avuto il piacere di chiacchierare con Edoardo Stanchi, esponente di spicco della suddetta azienda che ha lavorato alacremente per la fumata bianca anche a costo di annullare un viaggio di piacere a Dubai. Tanti gli argomenti trattati, alcuni “sollecitati” dai tifosi che commentano sulla nostra pagina facebook. Ecco le sue dichiarazioni:
Dottor Stanchi, anzitutto che sensazione si prova in queste ore?
“E’ come se avessi vinto una Champions. E’ stato un periodo duro, di grande lavoro e di confronti continui. Siamo felicissimi di aver dato il nostro contributo affinché una piazza prestigiosa come Salerno potesse giocarsi le sue carte esclusivamente sul campo. Lotito è stato un ottimo presidente, questo lo dice la storia. Ora tocca a Iervolino, gli facciamo un grosso in bocca al lupo”.
Sembrava si potesse chiedere un’altra proroga, presentando alla FIGC i nomi dei tanti offerenti. Poi l’annuncio a mezzanotte, un lieto fine anche imprevisto. Ci racconta cosa è successo?
“Anzitutto dico che ho sempre tranquillizzato la piazza, si è avverato tutto quello che ho dichiarato pubblicamente quando si temeva addirittura il fallimento. Nella seconda settimana di dicembre ero convinto che ormai si fosse sbloccata la trattativa con Di Silvio, imprenditore molto serio che ha mostrato anche grande dispiacere per la nostra scelta. Lui e il suo gruppo avevano tutte le possibilità di investire a Salerno, poi in extremis c’è stata l’offerta di Iervolino e ritenevamo tutti fosse la più consona per il futuro della Salernitana. E’ stato un testa a testa tra di loro, durante il quale ci siamo imbattuti in controlli di documenti, garanzie bancarie, fideiussioni, dichiarazioni d’indipendenza e una serie di adempimenti burocratici talvolta anche indipendenti dalla nostra volontà. Alle 23:29 la Salernitana è diventata ufficialmente di Iervolino”.
C’erano altre proposte parallele?
“La Salernitana fa gola, è una piazza appetibile e le manifestazioni di interesse sono state svariate nel corso dei mesi. E’ vero che Iervolino ha aspettato le ultime ore per l’affondo decisivo, ma ormai da maggio aveva formato un gruppo forte intenzionato a investire nella Salernitana. Di Silvio era interessato già dai mesi di ottobre, ribadisco che ha fatto tutto il possibile per rilevare il club ed è nato, tra le parti, un rapporto di rispetto e di stima con annessi chiarimenti dopo alcuni comunicati stampa emessi a dicembre. Vedrete che presto sarà a capo di qualche altra squadra di calcio, ha tutte le credenziali. Tornando alla domanda, posso dire che la cordata di Agnello e Cerruti non aveva offerto le adeguate garanzie. Orlando si era proposto, ma non c’erano i presupposti”.
Orlando è stato molto duro con i trustee già prima della decisione definitiva, come mai?
“A Roma si dice che chi vince insegna e chi perde parla. Faccio un discorso generale: mi ha sorpreso vedere che a Salerno ci fossero persone che hanno utilizzato questa situazione per mera pubblicità. Chi ama la Salernitana, perchè ha aspettato fine dicembre per farsi avanti? Mi limito a dire che non c’erano le garanzie necessarie, soprattutto rispetto a chi, poi, ha acquisito la società. Non so perchè abbia deciso di parlare in quel modo ancor prima delle nostre determinazioni, oggi la squadra ha un futuro importante e non ha senso fare polemiche. Tutti sappiamo come siano andate le cose e non è assolutamente vero che le offerte vincolanti dovessero essere presentate entro il 28 di dicembre”.
C’è poi questa questione del fondo svizzero che pensa ad un esposto in Procura per anomalie nella cessione…
“Tengo a precisare che i trustee non dovevano cedere a chi offriva di più, ma a chi forniva il maggior numero di garanzie. Per i disponenti e, soprattutto, per il futuro del club. Queste persone hanno fatto offerte concrete, è vero, ma quanto chiesto è arrivato in ritardo e non c’era il tempo per verificare le varie garanzie contrariamente a quanto accaduto con Di Silvio e Iervolino. E poi non c’è nessuna azione legale che possa invalidare quanto fatto: la Salernitana è di Iervolino”.
I tifosi si interrogano sul mercato…
“Il nuovo presidente, che sarà ufficializzato tra lunedì e martedì, secondo me potrebbe presentarsi in conferenza stampa entro una decina di giorni. Sottoscriverà un aumento di capitale e, dunque, i soldi potranno essere utilizzati già da domani per rinforzare la squadra sul mercato”.
Tornando alle trattative, ci può chiarire la vicenda Implenia? Il video di un personaggio non coinvolto direttamente nella vicenda non può oscurare una notizia confermata su più fronti…
“Posso dire che hanno chiesto di studiare le carte e hanno formulato una proposta non vincolante, non c’è mai stato il versamento della caparra nè si è andati oltre la chiacchierata informale. Però l’interesse c’è stato”.
A Salerno, invece, per mesi si parlava di Della Valle presidente…
“Assolutamente nulla di concreto, un confronto rapidissimo mesi fa nato e morto lì. Ma alla Salernitana si sono avvicinate un sacco di persone, credo che almeno una settantina di professionisti abbiano visionato i bilanci o contattato i trustee per avere informazioni. Posso svelarvi il nome di Foti e confermarvi il sondaggio di Radrizzani in estate. Altre voci erano totalmente infondate: c’era un gruppo americano, ma non era capeggiato da Pallotta”.
Lotito incassa 5 milioni, altrettanti il cognato. Non conveniva cedere in estate evitando questo calvario alla Salernitana e un deprezzamento così palese?
“Era evidente che, con una scadenza imposta dalla Federazione e un rischio esclusione in estate, si dovesse propendere per la strada del trust. Ebbi modo di incontrarlo il 24 maggio, quando gli proposi questa soluzione mostrò una certa perplessità perchè sperava di venderla prima. Il valore? Era intorno ai 60 milioni, parliamo di un club preso a zero e portato in serie A con quattro campionati vinti e due coppe in bacheca. Hanno perso milioni di euro, questo è evidente. Per Iervolino è un autentico affare. Se malauguratamente dovesse retrocedere, col paracadute riprenderebbe subito quanto speso”.
Ci conferma che i rapporti tra i due vecchi patron è più freddo del passato?
“Come in ogni famiglia ci sono discussioni e momenti no. Ma entriamo nella sfera personale e non mi va di dire altro. Non sarebbe corretto. Sì, forse Mezzaroma poteva gestire meglio alcune cose…”
Come ha vissuto queste settimane l’ex patron?
“Ero al suo fianco quando giocarono Lazio-Salernitana, i cori della curva non gli sono stati indifferenti. Ha avuto talvolta un atteggiamento burbero, duro, ma non gli si potrà mai dire di aver lavorato male. I risultati sono quelli. Poi alcuni toni potevano essere diversi, ma in piazze calde può essere utile risultare antipatico per garantire il rispetto dei ruoli. Privatamente, però, quando parla di Salerno gli brillano gli occhi. Ha la Lazio, un top club europeo che ama smisuratamente. Non aveva bisogno di altre squadre per fare affari. E invece la Salernitana lo ha coinvolto, gli ha dato emozioni. Forse non le ha fatte trasparire, ma i tifosi a mente fredda non potranno che dispiacersi per questo epilogo e, magari, riconoscergli i giusti meriti. Il mondo del calcio ha bisogno di gente come Lotito. Uno che parla in faccia e affronta i problemi guardandoti negli occhi”.
In molti temevano “usasse” la Salernitana per fare battaglia alla Federazione…
“Il presidente è una persona di principio, che crede nelle cose giuste. Se avesse voluto strumentalizzare la sua diatriba con la FIGC avrebbe condotto la Salernitana al fallimento in estate, non iscrivendola al campionato con il trust e con la consapevolezza potesse perderci milioni di euro. E’ uno che, se sa di aver ragione, perde a zero calciatori rifiutando 20-30 milioni alla volta. I casi Pandev e Ledesma insegnano qualcosa e rendono bene l’idea sul personaggio. La Salernitana non era il suo giocattolo, ha imparato a volerle bene e, da ieri, avete un tifoso in più. Ha messo grande passione, ma è anche un uomo razionale. Quando ha capito non potesse ricavare quanto sperava, non ha mai fatto nulla che impedisse al club di restare in A”.
Qualcuno, parlando del bilancio, poneva dubbi sulla plusvalenza Akpro. Ci può chiarire questo aspetto?
“So che la Salernitana è una società sana, senza debiti. Rimanemmo allibiti quando qualcuno parlò di un passivo da 40 milioni. I diritti tv garantiscono 37 milioni di euro l’anno, c’è un paracadute di 10 milioni che può triplicare di valore se il salto all’indietro si verifica dopo tanti di militanza in massima serie. Su Akpro posso dire che è stata realizzata una plusvalenza, ma parte dei soldi entreranno nelle casse del club granata solo al raggiungimento di un certo numero di presenze”.
Ritiene che i tanti silenzi dei trustee siano stati rispettosi nei confronti di una tifoseria che ha tremato fino alla fine?
“Posso capire perfettamente l’umore dei tifosi, se ci ho messo la faccia quando tutti dicevano fosse finita è proprio perchè mi dispiaceva per la gente. Sono romanista, ma simpatizzante granata ed era diventata quasi una questione personale. I salernitani sono un popolo eccezionale, ma questa vicenda deve insegnare qualcosa: oggi tutti salgono sul carro, dieci giorni fa invece venivano massacrati quei pochi giornalisti o professionisti che raccontavano la verità. Tornando alla domanda: c’erano trattative complesse da portare avanti, in ballo decine di milioni di euro. Aspettare anche l’ultimo giorno utile prevedendo rilanci ed offerte era strategia comprensibile. Ed è quella che ha dato i suoi frutti”.
Può spiegare come mai Edoardo Stanchi fosse a conoscenza di tutte queste informazioni?
“Lavoro per la Platinum Squadre, sono stato quello che a maggio consigliò a Lotito di affidarsi ad un trust e curammo tutti nei minimi dettagli quando in tanti, a livello nazionale, dicevano che la Salernitana fosse ormai esclusa dalla A. Ero in contatto costante con la Federazione, ero un consulente che seguiva in via ufficiale tutte le trattative. Ho rinunciato ad un viaggio a Dubai per chiudere l’operazione, spero che la gente possa tener conto del nostro lavoro”.
Fabiani resta alla Salernitana?
“Il mercato inizia domani, ci sono fondi da investire ma il nuovo presidente sarà ufficialmente in carica a metà mese. I tempi tecnici per un eventuale cambio non ci sarebbero nemmeno. E ‘chiaro che poi Iervolino, in corso d’opera o a fine stagione, potrà scegliere liberamente. So per certo che il patron vuole fare di tutto per salvare la Salernitana o, comunque, garantire un piano di immediata risalita. Ha risorse ed entusiasmo, abbiamo scelto per il meglio”.