Esonerare Castori è stato un errore imperdonabile, ad oggi il mister non ha dato assolutamente nulla alla Salernitana. Ma fino alla gara con l’Udinese la panchina resta solida per scelta del ds Fabiani.
Se l’anno scorso la Salernitana ha vinto il campionato, non lo ha fatto perchè era la più forte. Del resto gli scontri diretti hanno visto Empoli, Lecce e Monza vincere e a mani basse. Sono prevalse, però, altre componenti ancor più determinanti: compattezza, spirito battagliero, organizzazione difensiva, cura maniacale di ogni dettaglio, condizione fisica perfetta, gestione del gruppo oculata in modo che tutti si sentissero parte integrante del progetto. Quest’anno non si poteva certo pensare di salvarsi con la sola “cazzimma“: la A è un altro mondo, basti vedere la differenza di rendimento di chi in cadetteria era un gigante e ora fatica a stoppare un pallone. Ciò detto, è evidente che la cura Colantuono non abbia sortito gli effetti sperati. Sconfitte in serie, Arechi terra di conquista, pochissimi gol e difesa colabrodo fanno intendere che Castori, come detto sin dal giorno dell’esonero, non fosse il problema. Ieri è stata sbagliata la formazione, perchè una squadra senza esterni di centrocampo non può giocare con il 4-4-2 riproponendo Kechrida che, se ben coperto da un giocatore esperto come Veseli, può giocare largo a destra nel 3-5-2 come accaduto, ad esempio, contro l’Atalanta. La sua miglior partita, tra l’altro. E ancora. Perchè insistere su Gagliolo che, domenica dopo domenica, fa prendere solo gol alla Salernitana? Quando arriveranno palloni giocabili per Simy che, a nostro avviso, non andava sostituito? Un attaccante, per quanto in difficoltà, ha bisogno di una scintilla per sbloccarsi ed è stato tolto proprio nel momento di maggior pressione offensiva.
Non riteniamo giusto che Aya sia stato messo fuori rosa, che Jaro sbaglia e va in panchina mentre altri sono titolari a prescindere. Gli stessi Belec e Gyomber, autentiche delusioni. Non è un accanimento nei confronti del mister, sia chiaro, ma i risultati, le prestazioni e l’atteggiamento generale certificano una costante involuzione sotto tutti i punti di vista. Essere gruppo, fare festa e mordere i palloni è semplice quando va tutto bene, è nelle difficoltà che si capisce la consistenza reale di uno spogliatoio. Ad oggi è una Salernitana brutta e senza anima e forse solo chi ha contribuito a plasmarla in estate potrebbe modellarla affinché si provi a salvare il salvabile valorizzando una rosa che, al completo e presa singolarmente, non è certo inferiore a Spezia, Venezia ed Empoli.