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Tutta la stampa locale attacca Marchetti per il comunicato stampa, ecco l’articolo del sito Ottopagine.

Immaginare che in un mondo senza memoria ci sia spazio per la riconoscenza nel calcio sarebbe da ingenui. Va da sé che l’esonero di Fabrizio Castori non sorprende: con sei sconfitte in otto partite, forse l’anomalia sarebbe stata il contrario. Ma, senza entrare nel merito del dato tecnico (su cui ci sarebbe comunque molto da dire), a far pensare è soprattutto lo “stile” utilizzato per silurare l’uomo che ha riportato Salerno nell’Olimpo del calcio dopo un’attesa durata 23 anni. Ai tradizionali ringraziamenti di rito e all’augurio delle migliori fortune professionali, la Salernitana ha abbinato un atto d’accusa con il quale – tralasciando il burocratese più consono ad una “velina” delle forze dell’ordine che ad una nota di un club -, ha forse addebitato più responsabilità del dovuto al tecnico di Tolentino.

Parlare di “atteggiamento remissivo e rinunciatario” significa rinnegare quel “castorismoche ha fatto le fortune dei granata e che ancora oggi resta uno dei pochi punti di contatto tra il passato ed il presente della Salernitana. Ma significa soprattutto mancare di rispetto all’uomo ed al lavoratore che, arrivato tra lo scetticismo generale, ha legato per sempre il suo nome alla storia del calcio cittadino. Stima che Castori si è guadagnato sul campo, riportando la Salernitana in serie A ma soprattutto aprendo il cuore nei giorni del Covid, dando di matto al rigore trasformato da Tutino con il Pordenone in piena quarantena. E mettendo sempre l’uomo davanti allo sportivo. A scanso di equivoci: numeri alla mano l’esonero di Castori è più che giustificato ma a far riflettere è il modo in cui è maturato. E non è un caso che i social, specchio fedele delle realtà, siano passati in meno di 24 ore dal chiedere la testa del tecnico per il ko maturato a La Spezia all’amarezza per gli sviluppi odierni. Anche questa è un’impresa di Castori: l’allenatore va via, l’uomo resterà per sempre nei cuori dei salernitani.