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Tutti contro tutti, a che serve? I responsabili hanno nomi precisi…

Sui social solito atteggiamento stupido da tutti contro tutti, quello che ha favorito determinati atteggiamenti della vecchia proprietà. Ma la colpa è solo di Lotito, Mezzaroma e Gravina.

La lotta su facebook prosegue, al punto che qualcuno spera nel fallimento pur di dire “io l’avevo detto”. Il tutti contro tutti rende l’area irrespirabile e c’è la caccia al colpevole, ma i veri responsabili hanno identità ben definie. C’è chi se la prende con il direttore sportivo Fabiani e i suoi collaboratori per alcune scelte di mercato bocciate inesorabilmente dal campo, chi con Castori per aver pensato di salvare la categoria semplicemente con grinta, muscoli e buona volontà, chi con un’amministrazione comunale clamorosamente assente dopo le passerelle in occasione di centenario, promozione e trasferte decisive. Quella che ha ultimato i lavori con sette mesi di ritardo e che, a distanza di quasi 16 anni, non ha saputo mettere a norma la curva Nord. Ma i nomi e cognomi sono principalmente due: Claudio Lotito e Gabriele Gravina. Dal primo ci aspettiamo ancora le scuse. Non le ha fatte quando un manipolo di teppisti laziali ha aggredito i salernitani, non le ha fatte pochi giorni fa quando non è stata approvata la proroga. Improvvisamente ha perso la lingua dopo anni di rinfacci, attacchi e atteggiamenti ritenuti provocatori, al punto da essere il più contestato della storia al netto di 4 campionati vinti in tempo record. La sua uscita di scena cancella un decennio positivo e soprattutto chi ha creduto nella vecchia società oggi si sente tradito, arrabbiato e pronto a contestare. Altro che “lecchini” e “collusi”!.  I palloni gli sono stati restituiti, può tornare definitivamente da dove è venuto. Il passo indietro da parte nostra è ora doveroso: evidentemente qualche offerta estiva c’era (non una trattativa chiusa, sia chiaro), ma ha prevalso la voglia di guadagnare il più possibile o, comunque, di “sfidare” la FIGC  ipotizzando rimborsi milionari post esclusione. A scapito di una tifoseria immensa come quella granata, maledetto dio denaro.

Ma anche Gravina ha le sue colpe, perchè iscrivere squadre che realizzano plusvalenze fittizie o hanno centinaia di milioni di euro di debiti condannando una società sana alla cancellazione è davvero clamoroso. Così come è clamoroso che un presidente, dopo anni di investimenti, non possa restare alla guida di un club di sua proprietà perchè parente o affine di Lotito. Assurdo, specialmente in tempi di crisi economica. Ma siamo in Italia. Laddove il presidente della Lega Pro Ghirelli guida una categoria che registra fallimenti ogni anno ma punta il dito sulla Salernitana che, evidentemente, garantisce più popolarità a livello mediatico. Ad ogni modo siamo certi di una cosa: comunque vada a finire…non finirà il primo gennaio. Facciano quello che vogliono, costoro. Siamo stanchi ed impotenti rispetto a questo teatro che mette in scena un dramma sportivo con attori e comparse colpevoli in egual misura ed un pubblico che non ha più nemmeno la forza di fischiare. Ma, come previsto dal bando pubblico, restituissero oggi stesso il marchio al Comune. La squadra, intesa come società sportiva, sarà pure di loro proprietà, ma il cavalluccio, il nome e la maglia granata sono la storia della città e va salvaguardata. Che sia Salernitana-Venezia il 6 gennaio 2022 o derby con il Pomigliano.