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Prima di Nicola erano stati contattati altri tre allenatori, si era proposto Zenga.

L’esonero di Stefano Colantuono è stata logica conseguenza rispetto a quanto dichiarato dalla dirigenza prima della gara col Genoa. Se è vero che per la prima volta sono stati conquistati due risultati utili consecutivi e che nel girone di ritorno i granata hanno ottenuto 5 punti, è altrettanto vero che non battere nè i rossoblu, nè lo Spezia in casa è stato sufficiente quantomeno per avviare una riflessione. Ma è evidente che la fiducia nel tecnico non sia mai stata al 100% o che, comunque, si aspettava soltanto l’occasione giusta per completare la rivoluzione e licenziare l’ultimo superstite della vecchia gestione. Iervolino, nelle segrete stanze, a Sabatini lo aveva detto da subito: era libero di prendere immediatamente un nuovo mister per programmare il mercato assieme a lui. Il ds, convinto bisognasse dare una opportunità a chi aveva lavorato tra mille oggettive difficoltà, aveva colto l’assist dichiarandosi pronto a cambiare già prima del derby col Napoli solo in caso di sì da parte di una guida tecnica di un certo livello. Non a caso era stato contattato Gennaro Gattuso che, dopo aver sbandierato in passato il suo affetto per la piazza, in realtà non ha mai preso in considerazione questa ipotesi per motivi economici e di classifica. Dopo il derby, la decisione: concedere a Colantuono almeno una chance con una squadra nuova di zecca e rinforzata in tutti i reparti. Il 2-2 casalingo con lo Spezia, tuttavia, ha fatto arrabbiare Iervolino che, lasciando la tribuna, aveva chiesto un confronto a Sabatini per un cambio istantaneo.

I pochi tiri in porta, le sostituzioni effettuate e alcune precedenti dichiarazioni erano elementi centrali messi sul tavolo della discussione, quando proprio il ds spinse il presidente a proseguire senza ulteriori stravolgimenti ritenuti pericolosi prima di una trasferta determinante. Stavolta, però, sondando la disponibilità di altri allenatori per non farsi cogliere impreparati. Non è andata a buon fine la corte a Ranieri, telefonato un giorno sì e l’altro pure sperando potesse accettare l’ennesima sfida della sua carriera. Niente da fare. Il sogno vero era Daniele De Rossi, tuttavia il regolamento attuale non consente all’ex capitano della Roma di sedersi in panchina. Ma a giugno, cambiassero le cose, sarà la primissima scelta a prescindere dalla categoria. Se ne sono proposti tanti, su tutti quel Walter Zenga che conobbe Salerno da calciatore e che è animato da una incredibile voglia di riscatto. L’altro ieri pomeriggio breve chiacchierata informale, mai tramutata in trattativa. Poi la suggestione Pirlo, forse non convinto dalla classifica e con pretese economiche e contrattuali ritenute esagerate. E così virata decisa su Nicola, con il quale si stanno limando gli ultimi dettagli: accordo di quattro mesi con o senza opzione in caso di salvezza, tutto ruota intorno a questo. Ma siamo in dirittura d’arrivo. Non c’è mai stata alcuna chiamata con l’ex tecnico Castori che, appresa la notizia dell’esonero di Colantuono dai giornali, in cuor suo ha sperato di avere un’opportunità che sarebbe stata meritata. Nessun contatto, invece, con Liverani, sullo sfondo c’era l’idea Delio Rossi con cui Sabatini ha già lavorato a Roma e Palermo. Ci sarebbe stato un approfondimento solo in caso di dietrofront di Nicola.